cronaca

Tra gli 11 e i 17 anni più del 50% dei ragazzi riferisce di esserne stato vittima
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Numeri che fanno impressione e che non devono far abbassare la guardia perché i dati ci dicono che in adolescenza, tra gli 11 e i 17 anni, più del 50% dei ragazzi riferisce di essere vittima o di essere stato vittima di almeno un episodio offensivo se non addirittura violento. Perché sì, il bullismo da una parte e il cyberbullismo dall’altra, sono fenomeni in ascesa: il bullo lede la sua vittima su canoni e stereotipi, sei alto, sei basso, sei magro, sei grasso, sei intelligente, sei nerd, sei bello, sei brutto, e così via. Il bullo non colpisce mai in solitaria, di solito lo fa in un luogo pubblico, a scuola, in cortile, in un locale, in una piazza, o dietro un pc e mentre agisce si circonda sempre di una claque di spettatori, di sostenitori che rigorosamente stanno un passo dietro a lui.


E allora, per contrastare questi episodi, anche le istituzioni devono fare la propria parte. “Come direzione delle politiche giovanili e dell’istruzione all’interno delle scuole stiamo proponendo una serie di iniziative e di progetti finalizzati alla formazione, all’educazione e alla crescita dei bambini e degli adolescenti anche in un’ottica di prevenzione dei comportamenti che possono essere dannosi per sé e per gli altri”, spiega a Primocanale Barbara Grosso, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Genova. Vengono così organizzati cicli di eventi e laboratori con le scuole che possano contrastare questo fenomeno, un fenomeno da combattere a partire dall’ambiente familiare. “La famiglia, la scuola e le istituzioni rappresentano i tre assi principali che devono lavorare e aiutare le nuove generazioni per far conoscere e per contrastare questo fenomeno (bullismo e cyberbullismo ndr)”, sottolinea l’assessore Grosso.



La famiglia è il primo punto centrale attraverso il quale passa l’educazione dei figli, la famiglia come le fondamenta di una casa, da cui partire e su cui costruire la propria crescita, ma come si suol dire, non basta. E allora, prosegue l’assessore Grosso, “anche le scuole e le istituzioni devono aiutare e lavorare in team per supportare le attività che come Comune stiamo promuovendo in questo momento”. Non solo il ‘bullo da strada’, anche il cyberbullismo è in continua espansione, i numeri infatti fotografano una situazione poco rassicurante: il cyberbullismo colpisce il 22,2% di tutte le vittime di bullismo e ha una piazza più ampia rispetto a quella che hanno gli altri. La differenza tra i due fenomeni è che il secondo, il cosiddetto cyberbullismo, si può perpetuare 24 ore su 24, anche mentre si prende un bus o si cammina per strada, attraverso internet, capace di estendersi a uniformemente nei social e nelle chat. Una battaglia, quella contro il bullismo, che dovrà essere annientata a partire dalle radici.