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La seconda puntata di Terza, le storie e la cronaca dal 1935 a oggi
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“Alle prime luci del giorno 9 febbraio una formazione navale nemica favorita da densa foschia si è presentata al largo di Genova”. Cominciava così il drammatico articolo de Il Secolo XIX che raccontava il tremendo bombardamento aeronavale che distrusse grandi porzioni della nostra città e fece 140 vittime.
Lo testimonieranno le immagini dei lampi delle bombe, la fuga nei rifugi, i feriti, che potrete vedere mercoledì all’inizio della seconda puntata di Terza, le storie di Genova, su Primocanale alle 18.15, 19.30, 20.45 e 22.30. Racconteranno nello studio virtuale della nostra tv quegli anni tragici i professori Luca Borzani, Paolo Battifora e lo scrittore Stefano Trucco.


“Genova in verità ebbe già un primo incontro con la guerra – racconta Borzani – l’11 e il 14 giugno del 1940 con un bombardamento inglese, ma quello del 1941 fu più distruttivo: 140 morti, oltre 300 feriti. Genova fu bombardata 86 volte e 51 solo nel ’44. Fu per i genovesi una vita divisa tra corse disperate nei rifugi, oscuramenti, lotta per sopravvivere. “Racconta Trucco che tra le aree più colpite vi fu piazza Colomnbo “che non era un obiettivo specifico, ma fu distrutta e ci furono molte vittime. Tanto che la propaganda decise di cambiare nome alla piazza, da Colombo a piazza Vittime del bombardamento del 9 febbraio mentre il nome del navigatore fu spostato provvisoriamente nella attuale piazza Dante”.

“Il 22 ottobre del ’42 – interviene Battifora – fu sperimentata dagli alleati la tecnica dell’area bombing, cioè si individuava una specifica area urbana e la sia massacrava di bombe, per provocare il massimo della distruzione con lo scopo di allontanare la popolazione dal regime. Quello fu un bombardamento spaventoso tanto che il giorno dopo si precipitarono in visita nella nostra città il re e la regina”.

“E il re fu fischiato dalla popolazione”
, ricorda il professor Borzani. “La sera del 23 il bombardamento si ripeté e ci fu una fuga nel rifugio delle Grazie – ricorda Battifora - al quale si accedeva da Porta Soprana percorrendo una ripidissima e stretta scala. La folla si accalcò, ci fu il caos e una carneficina con oltre 354 morti”. “Il problema – spiega Borzani – è che Genova non aveva una solida difesa. Pensate che in tutta la guerra la contraerea abbattè un solo aereo che venne esposto al teatro Margherita. Non aveva posti rifugio sufficienti: 30mila per oltre 600mila abitanti. Da quei giorni nella retorica fascista da La Dominante diventò La Grande Mutilata: 7mila edifici distrutti e 50mila senza tetto”.

La puntata sarà visibile on demand sul sito Primocanale.it e se vorrete inviare vostre testimonianze potrete farlo scrivendo a