Il Rallye Monte Carlo numero 88 che si è appena concluso porta con sé molte storie, non tutte legate ai protagonisti del campionato WRC su cui sono sempre puntati i riflettori e le attenzioni dei media. Il Rally è uno sport basato sulla passione e sui sacrifici, due componenti fondamentali per più dei due terzi dello schieramento degli equipaggi.
Elementi sicuramente ben noti all’unica coppia ligure al via formata da Domenico Ramoino in gara per la prima volta al Rally più celebre del Mondo con una Renault Clio R3 e Bruno Banaudi, già conoscitore del Monte Carlo . Un impegno inedito per il pilota imperiese ed il navigatore savonese, che ci hanno raccontato la loro storia di una settimana, quella appena trascorsa, resa indimenticabile dalla magia del “Monte”.
“La nostra settimana è iniziata con mezza giornata di test sull’asfalto asciutto in Piemonte, per prendere confidenza con la macchina che avremmo usato per la prima volta in una gara valida per il Mondiale” – ha esordito Ramoino, che poi scende nei dettagli della trasferta monegasca.
“Ci siamo trovati per la prima volta ad affrontare situazioni climatiche al limite e ad usare le gomme termiche o chiodate, cose che succedono solo in questa particolare gara. La prima giornata è stata meno traumatica del previsto e ci siamo anche divertiti prendendo confidenza con la Clio, poi il sabato è arrivata qualche difficoltà. I ricognitori, come a tutti gli altri equipaggi, ci hanno segnalato il ghiaccio. Partiti con le gomme chiodate, con le temperature in salita, ci siamo trovati con la strada poco ghiacciata e molto scivolosa; sulla ripetizione delle prove abbiamo poi optato per una scelta conservativa, per non farci sorprendere dal freddo. La giornata è filata liscia ed è terminata con il lungo trasferimento verso Monaco dove, purtroppo, è finita la nostra gara. Per sole cinque posizioni non siamo entrati nei primi 60, che hanno accesso all’ultima giornata. Peccato, ci sarebbe piaciuto passare sul Turini, ma siamo comunque soddisfatti del nostro Monte Carlo. Torniamo a casa con tanti bellissimi ricordi e con un bagaglio di esperienza enorme, che solo queste gare possono lasciare”.
Dalle parole dell’equipaggio traspare una gioia immensa, per aver comunque portato a Monaco la vettura sana e salva, dopo tre giorni tra impegno, determinazione, stanchezza ma anche tanto divertimento.
I rallies sono anche e soprattutto questo: la passione e il sacrificio alla base di tutto. Notti insonni per gli ultimi ritocchi sulla macchina, l’organizzazione della trasferta nei minimi dettagli, le ricognizioni per cercare di interpretare al meglio ogni centimetro del percorso e per fermare il cronometro prima degli avversari. Proprio come Neuville, Ogier, Evans e tutti i protagonisti del WRC.
motori
Il Rallye Monte Carlo dei liguri Ramoino e Banaudi
Una gara da ricordare per l’equipaggio imperiese
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