cronaca

Indagini concluse per 52 persone di cui 51 dipendenti della tv pubblica
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"Notizie riservate spifferate sottobanco, una contabilità parallela e un vero 'sistema Rai', escogitato da decine di dipendenti per gonfiare le spese di trasferta", lo scrive Il Messaggero nell'articolo 'Spese gonfiate a Sanremo. L'albergatore: fatture false per avere i dipendenti Rai' firmato da Michela Allegri. Il quotidiano romano riassume l'oggetto dell'inchesta sui rimborsi ai dipendenti Rai in occasione delle trasferte per il Festival di Sanremo e non solo. La procura di Roma ha chiuso le indagini per 52 persone, tutte accusate di truffa, di cui 51 dipendenti Rai e un albergatore locale.

Nel mirino è finito Matteo Paracchini, titolare dell'hotel Belsoggiorno e cognato del sindaco Alberto Biancheri. Paracchini "dal 2013 al 2015 avrebbe ammesso fatture false permettendo ai clienti di presentare all'azienda scontrini taroccati. E' stato proprio lui a parlare del 'sistema Rai' e a lasciare intendere di essere stato avvisato dell'indagine a suo carico", si legge su Messaggero. "Quando nel 2016 i finanzieri hanno bussato alla porta del Belsoggiorno per un controllo fiscale, Paracchini si aspettava la visita". Una talpa "gli avrebbe rivelato i motivi dell'indagine".

Le false fatture "sarebbero state emesse
anche in altre occasioni: la Milano-Sanremo, la festa dei Carri fioriti, Sanremo giovani. A raccontarlo sono stati i dipendenti dell'albergo, che hanno spiegato come funzionava il 'sistema Rai'. Paracchini sostiene "di essere stato costretto ad accettare quelle condizioni per garantirsi la presenza dei dipendenti Rai. Aderendo al sistema, infatti, sarebbe stata garantita la sistematica occupazione delle camere per l'intero periodo delle manifestazioni da parte di quel personale che avrebbe soggiornato il periodo più lungo", prosegue il Messaggero.

Erano i dipendenti della tv pubblica "a scegliere tra gli alberghi convenzionati quelli dove alloggiare. E avrebbero optato per il Belsoggiorno proprio perché l'accordo con la proprietà avrebbe permesso loro di 'taroccare' gli scontrini". Paracchini avrebbe aggiunto "di avere seguito le regole dopo il controllo del 2016, constatando un calo di presenze. Poi, però, in presenza del suo avvocato, ha ridimensionato i fatti, parlando di un tentativo di evasione fiscale. In realtà, dalle indagini è emersa l'esistenza di una 'contabilità parallela a quella ufficiale', chiosa la Finanza".