economia

Udienza civile rinviata al 7 febbraio, sindacati sul piede di guerra
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E' stato firmato 'l'heads of agreement' tra ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria che getta le basi per raggiungere un accordo vincolante, entro il 31 gennaio 2020, sul futuro dell'ex Ilva. L'intesa di base e' stata finalizzata in una stanza del primo piano del Palazzo di Giustizia prima dello svolgimento dell'udienza civile sul ricorso d'urgenza presentato nelle settimane scorse dai commissari straordinari contro la decisione del gruppo siderurgico franco-indiano di sciogliere il contratto d'affitto dei rami d'azienda dell'ex Ilva.

"Abbiamo firmato un pre-accordo su cui abbiamo lavorato tutta la notte. E' un accordo nell'interesse del Paese, dei creditori e dei lavoratori", ha detto ai cronisti Alessandro Danovi, uno dei commissari straordinari dell'Ilva, commentando la firma del documento di quattro pagine. In udienza poi, davanti al giudice Claudio Marangoni del Tribunale civile di Milano, le parti hanno dato conto dell'accordo trovato e avanzato una richiesta congiunta di rinvio. In aula e' intervenuta anche brevemente l'amministratore delegato di Am Invest Co Italy, Lucia Morselli.

"Confermo gli impegni gia' presi,
tenendo conto delle circostanze sopravvenute", ha detto al giudice secondo quanto hanno riferito i legali delle parti presenti. L'impegni sulla produzione - ha chiarito ArcelorMittal - saranno condizionati dalla decisione del gip di Taranto dello lo scorso 10 dicembre di respingere l'istanza di proroga della facolta' d'uso dell'Altoforno 2 del polo siderurgico pugliese. L'udienza è stata rinviata al prossimo 7 febbraio per dare tempo alle parti di arrivare a un accordo definitivo. Intanto, sul destino di Afo2 pende il ricorso al Tribunale del riesame contro il provvedimento del giudice da parte dei legali dell'Ilva in amministrazione straordinaria che sara' discusso il prossimo 30 dicembre.

"Non posso dare valutazioni sulla trattativa, è chiaro che se lo spegnimento dell'altoforno e' stato disposto con un ordine della magistratura penale e se la stessa dovesse confermare questo ordine di spegnimento in fase di appello non potremo che ottemperare", ha risposto l'avvocato Ferdinando Emanuele, legale civilista del pool difensivo del gruppo siderurgico franco-indiano, a chi gli ha chiesto le conseguenze della decisione del gip di Taranto dello scorso 10 dicembre di respingere l'istanza di proroga della facolta' d'uso dell'Altoforno 2 del polo siderurgico pugliese.

TOTI SPERA NELL'ACCORDO - "Ci auguriamo che l'accordo tra i commissari straordinari dell'ex Ilva e Arcelor Mittal ci sia, sono mesi che lavoriamo per evitare che l'Italia perda l'acciaio", commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. "Si è pasticciato moltissimo, si sono fatte scelte molto ideologiche nella migliore delle ipotesi, elettorali nella peggiore. Ma qualsiasi soluzione salvi l'acciaio in Italia, salvi l'occupazione e metta in sicurezza una realta' da troppi anni turbolenta e a rischio noi la vediamo con favore. Su Genova non siamo disponibili a accettare nessuna riduzione di organico, perche' ha gia' pagato il prezzo che doveva pagare".

FIOM CONTRO 'IL CALICE AMARO' - 
"Arcelor Mittal e il Governo trattano senza i lavoratori, ma non berremo il loro calice amaro". A dirlo il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro. "Azienda e governo trovano una loro mediazione annullando l'accordo del 6 settembre 2018 votato dalla stragrande maggioranza dei lavoratori e buttano nel cestino una gara internazionale riscrivendo a loro piacimento le regole e le leggi". Per i sindacati invece quell'accordo vale "e non accetteremo nessun esubero fra i 12.500 dipendenti, compresi i lavoratori in Ilva in amministrazione controllata e i giovani neoassunti ne' un euro in meno di salario".