cronaca

I due comparti chiedono risposte al Governo
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Vigili del fuoco e lavoratori edili in piazza a Genova.  Sciopero e manifestazione in città per chiedere risposte al governo rispetto alle loro posizioni. Per i pompieri le rivendicazioni sono legate alla richiesta di maggiori risorse per il rinnovo del contratto di lavoro, maggiori tutele e garanzie in caso di infortuni e malattie professionali, potenziamento degli organici, valorizzazione dal punto di vista previdenziale e retributivo della professione. 


"Chiediamo anzitutto più risorse - ha detto Luca Infantino, coordinatore regionale funzione pubblica Cgil vigili del fuoco - perché siamo ridotti al lumicino, come stipendi e come risorse. Chiediamo la parificazione degli stipendi con le altre forze dell'ordine e risorse per attrezzature e mezzi. A Genova basta un dato per capire: durante l'emergenza Ponte Morandi noi avevamo 113 unità per ogni turno, oggi siamo 102. Questo dimostra che le tante promesse, a partire da quelle del ministro Salvini che si è messo un sacco di volte la nostra giacca, non hanno poi portato a nulla". Altra richiesta riguarda l'inserimento nel sistema Inail da cui i pompieri italiani sono esclusi: "A eccezione della Liguria dove abbiamo una convenzione con la Regione se ci facciamo male sul lavoro dobbiamo anticipare noi le spese mediche".

Le richieste degli edili di Cgil Cisl Uil sono quelle già presentate in occasione dello sciopero del 15 marzo scorso ed in particolare si chiede una vera politica industriale nei settori dell’edilizia e dei materiali, il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità, con il rafforzamento del Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva), la diffusione della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli Appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.


In questi 11 anni di crisi sono centinaia di migliaia le aziende del settore che hanno chiuso i battenti, determinando una perdita di oltre 800 mila posti di lavoro. Secondo i dati Istat, solo in Liguria, dal secondo trimestre 2018 al secondo trimestre 2019 il settore delle costruzioni ha perso 10 mila posti di lavoro passando da 44 mila addetti a 34 mila. Facendo un confronto con le altre regioni italiane nello stesso periodo (II trimestre 2018-II trimestre 2019) peggio soltanto la Lombardia (da 246mila a 233mila) e Campania (da 128mila a 115mila). Saldo negativo uguale alla Liguria anche per la Toscana (da 105mila a 95mila).