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Dalla Francia arriva meno energia dai reattori di Cruas-Meysse ed Enel deve aumentare la produzione
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I tre reattori della centrale nucleare di Cruas-Meysse, nell’Ardèche, sono stati chiusi per controlli dopo il terremoto che lunedì scorso ha colpito la regione nel Sud della Francia. Non ci sono stati danni apparenti a seguito del sisma di 5,4 gradi sulla scala Richter ha colpito in particolare Le Teil, a una decina di chilometri dalla centrale nucleare, ma la compagnia EDF preferisce procedere a una serie di verifiche che dureranno fino a venerdì 15 novembre.

Il taglio della produzione energetica francese ha ripercussioni alla Spezia: visto che d'Oltralpe arriva in Italia meno energia, è stato chiesto ad Enel di aumentare la produzione. Sono state, dunque, avviate le procedure per la riaccensione dell’impianto Eugenio Montale.  
 

Dai capigruppo delle opposizioni spezzine Guido Melley, LeAli a Spezia, Federica Pecunia, Italia Viva, Marco Raffelli, PD, Lorenzo Forcieri, Avanti Insieme, Paolo Manfredini, Partito Socialista, Massimo Lombardi, Spezia bene comune, si ribadisce una presa di posizione: “L'emergenza francese non giustifica affatto l'ipotesi di ripartenza del carbone. La sua chiusura definitiva deve essere certa. Così come la dismissione della centrale, la bonifica dell'area ed il suo riutilizzo per attività industriali sostenibili”.

“Ci chiediamo anche se siano state avviate le procedure con Asl per la realizzazione di una seria indagine sanitaria a carattere epidemiologico sugli effetti ambientali e sulla salute dei cittadini derivante dalla presenza della centrale Enel, come votato dal Consiglio Comunale alcune settimane fa”.

“L'urgenza per la città è voltare pagina e finalmente ragionare sugli interventi di bonifica del sito, sulla salvaguardia dell’assetto occupazionale attuale e soprattutto su seri progetti di riconversione delle aree ad uso produttivo nel segno della green e della blue economy” concludono i capigruppo.

In merito alle dichiarazioni delle opposizioni il sindaco Pierluigi Peracchini dichiara:
“Lo stop all’utilizzo del carbone entro il 2021 per la Centrale elettrica Eugenio Montale della Spezia è scritto nero su bianco, e non sussistono altre notizie che smentiscano quanto affermato nella conferenza dei servizi dello scorso ottobre dal Ministero dell’Ambiente per il riesame dell’AIA. Quello che trascorrerà fra oggi e il 2021è il tempo necessario che dovrà essere utilizzato dal gestore perché trovi una soluzione per far fronte alla produzione di energia elettrica mancante al Paese”.


“Se ci fosse un problema di fabbisogno nazionale per quanto riguarda la produzione di energia elettrica a causa del terremoto che ha colpito la Francia nei pressi della centrale di Cruas-Meysse, sarebbe una decisione di Terna e del Ministero dello Sviluppo Economico utilizzare in quel particolare momento di emergenza la centrale spezzina. Invece che tirare la giacca a destra e a manca e far la gara a chi strumentalizza di più, bussiamo alla porta del governo giallo rosso: è a Roma che si prendono le decisioni sul futuro energetico del Paese”.