L’esplosione della questione ex-Ilva è un chiaro sintomo della crisi dell’industria dell’acciaio europea, schiacciata dalla concorrenza di competitor come la Cina e gli Stati Uniti, ma anche la Turchia e l’India.
L’industria europea si ritrova in affanno e le misure di tutela previste dall’Unione non sono sufficienti. La filiera dell’acciaio, legata a comparti industriali strategici come l’automobilistico, l’elettrodomestico, le costruzioni, i mezzi agricoli e movimento terra, la cantieristica navale, il packaging, vive perciò un momento di crisi.
L’Italia è una potenza industriale europea, perdere la produzione dell’acciaio sarebbe un dramma che comprometterebbe il futuro del manifatturiero italiano, col rischio di dipendere dal mercato estero e di un conseguente indebolimento della competitività del tessuto produttivo del Paese.
Questo quadro di riferimento non può che rafforzare la strategicità della questione ex Ilva: una battaglia decisiva quella che tutte le forze politiche e sociali del Paese e della nostra città devono fare per sostenere il futuro dell’azienda e dell’occupazione a Taranto come nello stabilimento di Genova Cornigliano e negli altri siti nazionali.
In ballo c’è il nostro futuro industriale, la capacità di avere un ruolo da protagonista e competitivo nella filiera dell'acciaio e non solo. Di fronte alle gravi decisioni di ArcelorMittal, che ha comunicato di voler recedere dal suo investimento per l’acquisizione di Ilva, rinnegando quindi gli accordi firmati nel 2018, occorre far fronte comune, come anni fa Genova e la Liguria seppero fare in risposta alla crisi di Fincantieri, mettendo insieme istituzioni, lavoratori, sindacati, azienda, forze politiche e sociali, operatori economici e cittadini. Il Partito democratico è in prima linea in questa partita e continua a impegnarsi su ogni fronte perché si rispetti il piano industriale e ambientale.
È quantomai necessario proseguire la sfida per superare i casi di conflitto tra tutela dell’ambiente e rilancio della produzione. Questo è indiscutibile, allo stesso modo appare chiaro che sul tavolo ci sono questioni di fronte alle quali il Governo e l'Italia non possono arretrare: le migliaia di esuberi e i tagli alla produzione proposti da ArcelorMittal sono semplicemente inaccettabili. Dobbiamo opporci con forza e trovare una soluzione efficace. Lo stiamo facendo e continueremo a farlo nelle istituzioni e accanto ai lavoratori.
Alberto Pandolfo*, Segretario provinciale Pd Genova
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