politica

La conferma a margine del consiglio regionale
3 minuti e 2 secondi di lettura
"Toti sta benissimo in Liguria. Toti sta benissimo in Liguria". Lo ripete due volte, il governatore, quasi fosse un mantra per auto-convincersi. Se il governo dovesse andare a casa anzitempo e il presidente della Repubblica dovesse sciogliere le Camere, lui non si farà attirare dalle sirene romane. Lo ribadisce a margine del Consiglio regionale. "Credo di aver dato buoni esempi in questa regione. Già la vittoria del 2015 è stata uno straordinario esempio di coesione e tenacia. Poi Genova, Savona, La Spezia: città mai governate e vinte con sindaci scelti dalla società civile, allargando la coalizione e con un rinnovamento della classe dirigente. Oggi governiamo l'80% di questa regione e abbiamo fatto decine di riforme che regaliamo come esperienza al centrodestra nazionale, continuando il nostro lavoro".

A ben leggere le sue parole, il centrodestra avrebbe bisogno di una nuova figura moderata attorno a cui consolidare l'alleanza. "Avere una gamba moderata è un'operazione utile anche per Matteo Salvini e Giorgia Meloni, è quello a cui stiamo lavorando con Cambiamo!, aprendoci a tutti coloro che vogliono partecipare. C'è un pezzo di Forza Italia con grandi malumori: ho letto l'intervista di Brunetta, c'è Mara Carfagna. Tutte persone che molti additano già verso il centrosinistra, ma io credo che possano restare a casa loro, nel centrodestra, mantenendo le loro idee. Nell'ortodossia di un'alleanza di centrodestra, oggi c'è da costruire una gamba moderata che rischia di non esserci più, con grave danno per le forze sovraniste e per l'equilibrio della coalizione", conferma alla Dire.

Ma, per farlo, Toti è convinto che serva rimanere ancora un po' in Liguria.
"Qui non c'è mai stato un dubbio su un centrodestra unito, compatto, con la voglia di continuare un'esperienza che e' stata prodromica a quanto sta accadendo oggi nelle altre regioni. Quando imperava il renzismo, noi qui abbiamo vinto". Ora, sostiene il governatore, "si tratta di fare un lavoro all'interno della coalizione che non riguarda Matteo Salvini, in straordinaria salute, né Giorgia Meloni, in straordinaria crescita, ma riguarda la mia parte politica, quella moderata, liberale e riformista che oggi fa molta fatica e si e' ridotta a essere circa il 10% dell'intera coalizione. Su questo, si deve fare uno sforzo con tutti quelli che vogliono far parte della meta' campo del centrodestra ma non abdicare alla propria cultura".

Sulla possibilità del ritorno al voto, Toti non si sbilancia. "Ogni regione in cui vince il centrodestra è segno che il governo non ha la legittimità del popolo. E' tutto legittimo, ma è giusto che gli elettori si esprimano. Auspico che questo governo, che sta facendo una finanziaria inutile, scialba e dannosa vada a casa al piu' presto. Temo invece che più perderanno elezioni, più resteranno attaccati alla poltrona. Su questo, si deve fare uno sforzo con tutti quelli che vogliono far parte della meta' campo del centrodestra ma non abdicare alla propria cultura".

L'ultima considerazione il governatore ligure la lascia per i sui avversari
. "L'alleanza Pd-M5s in Liguria? Mi riguarda relativamente. Io gli consiglio di non farlo, ma è un consiglio da amico non richiesto. Dopodiché, se decidono di mettersi insieme, gli elettori liguri non sono da meno degli elettori umbri. Se vogliono si alleino, se non vogliono non si alleino. Noi vinceremo comunque perché la nostra è un'alleanza per fare le cose che servono al Paese e a questa regione. La loro è un'alleanza per la poltrona, per scalzare un centrodestra che hanno in odio, per mettere insieme programmi e visioni totalmente antitetiche", ha concluso Toti.