porti e logistica

Il presidente della Confindustria Nautica: "Il ministro Gualtieri non mi ha nemmeno risposto"
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La vicenda dei sovracanoni demaniali che stanno strozzando i porti turistici italiani deve essere risolta: per questo il presidente di Ucina Confindustria Nautica Saverio Cecchi lancia la provocazione di "bloccare il Porto di Genova" qualora la situazione non venga affrontata e, una volta per tutte, risolta. Le "esecuzioni di Stato" mettono a serio rischio 2.225 posti di lavoro e la sopravvivenza di un intero comparto. 

Il tema era già stato affrontato nell'assemblea nazionale di Ucina che si era svolta l'anno scorso a Roma, con testimonianze toccanti da parte degli imprenditori ridotti sull'orlo del fallimento da costi non dovuti, considerati illegittimi da moltissimi pronunciamenti della giurisprudenza italiana. 

"Non sono bastate le numerose sentenze dei Tribunali Civili, delle Corti di Appello, dei Tar, un pronunciamento del Consiglio di Stato e una sentenza della Corte Costituzionale a fermare la pretesa della pubblica amministrazione (Agenzia delle Entrate) di fare cassa a tutti i costi a spese del comparto dei porti turistici italiani, anche richiedendo il versamento di sovracanoni demaniali non dovuti. Un atteggiamento che mette a rischio 2.225 posti di lavoro nella portualità turistica, gli introiti dei canoni demaniali versati all'erario da 24 porti turistici, un importante indotto sui territori e un serio danno non soltanto d'immagine per la ricettività turistica di tutto il Paese. Adesso arriva la ritorsione della revoca delle concessioni, che colpisce le prime due società", scrive il presidente di Ucina Saverio Cecchi

"Abbiamo bussato a tutte le porte, tutti gli uffici dei ministeri interessati hanno sui loro tavoli questo dossier, da anni. Ho scritto al ministro Gualtieri appena insediato, ma - sottolinea Cecchi - non ho ancora avuto una risposta. Secondo il mandato unanime degli organi direttivi di Ucina Confindustria Nautica, riteniamo doveroso opporci con ogni mezzo di fronte a una vera e propria 'esecuzione' a opera degli organi amministrativi dello Stato. Se per farlo sarà necessario adottare azioni anche eclatanti, non ci tireremo indietro".