cronaca

Atti a Milano, si ricomincia dall'udienza preliminare
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E' stata annullata la sentenza di condanna nei confronti di Giovanni Berneschi, l'ex presidente di Banca Carige, e degli imputati del processo sulla maxi truffa ai danni del ramo assicurativo Carige Vita Nuova. Lo hanno stabilito i giudici della Cassazione che hanno dichiarato l'incompetenza territoriale di Genova e ordinato la trasmissione degli atti a Milano. Il processo dovrà dunque partire dall'udienza preliminare, nel capoluogo lombardo.

"Mi hanno rubato 5 anni di vita, è stata una battaglia. Ma le cose se sai aspettare arrivano, non ho mai perso la fiducia. Non avevamo dubbi sul fatto che la competenza fosse di Milano. Ora ci divertiamo." Sono queste le prime (e uniche parole) che Berneschi ha detto appena ha saputo della decisione della Cassazione. Poche parole, dritte al bersaglio. L'ex presidente di Banca Carige, d'altronede, della schiettezza ne ha fatto un'arma che gli si è ritorta contro nei momenti più difficili della vicenda.

L'accusa in Cassazione aveva chiesto l'annullamento della condanna di appello con rinvio, per rideterminare la pena. Berneschi in primo grado era stato condannato a otto anni e due mesi e in appello la pena era stata aumentata di cinque mesi. Stessa richiesta anche per Ferdinando Menconi (otto anni e sei mesi), ex amministratore delegato del ramo assicurativo, e per gli imprenditori Sandro Maria Calloni (nove anni e sette mesi) ed Ernesto Cavallini (otto anni e sei mesi). Chiesta la conferma per gli altri imputati.

La sentenza è arrivata a notte inoltrata. La truffa perpetrata ai danni dell'istituto di credito, secondo la guardia di finanza, consisteva nel far acquistare dal ramo assicurativo della banca immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti a prezzi gonfiati tramite perizie artefatte per reinvestire poi le plusvalenze all'estero. Tutto questo avrebbero fruttato a Berneschi e agli altri indagati circa 22 milioni di euro. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e riciclaggio e falso.

Che il processo d'appello restasse a Genova, lo aveva deciso il presidente della prima sezione del Tribunale di Genova, Elisabetta Vidali, che a marzo del 2018 aveva respinto la richiesta dei legali di trasferire il dibattimento a Milano. Per il giudice il reato si sarebbe consumato in parte all'estero per cui vige la regola che il processo si celebra nel posto dove è avvenuta la prima iscrizione nel registro del reato. La Cassazione di fatto ha bocciato la tesi del presidente Vidali, con procedimento (e faldoni) che ora prendono la strada di Milano per ripartire da zero. Con la prescrizione che imcombe sul giudizio.

LA CASSAZIONE PRECISA - In relazione alle notizie di stampa relative alla sentenza emessa in data 16 ottobre 2019 dalla Seconda sezione penale di questa Corte, nel processo a carico di Berneschi Giovanni ed altri (c.d. vicenda Carige), la Corte di Cassazione precisa quanto segue: "La Corte ha ritenuto la competenza territoriale del Tribunale di Milano, in adesione all'orientamento espresso in materia dalla sentenza del 26 ottobre 2017 delle Sezioni unite penali, intervenuta, prima della sentenza impugnata, a dirimere un annoso contrasto giurisprudenziale relativo all'individuazione del giudice competente in caso di connessione teleologica ex art. 12, lett. c) cod. proc. pen., tra i reati contestati agli imputati. L'eccezione di incompetenza per territorio era stata tempestivamente sollevata dalle difese nei giudizi di merito e riproposta con i ricorsi per cassazione. La Corte, stante il carattere preliminare della questione relativa alla competenza territoriale, non si e' pronunciata sugli altri motivi oggetto dei ricorsi proposti dagli imputati in materia di responsabilita' penale".

In sostanza, la precisazione è su quanto scritto da alcuni organi di stampa per cui la Cassazione, disponendo il trasferimento degli atti del procedimento da Genova a Milano per incompetenza territoriale, ha annullato tutte le condanne nel filone principale delle inchieste che nel 2014 portarono all'arresto di Giovanni Berneschi e di alcuni ex manager della Cassa di risparmio.