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Il titolo corre in Borsa, attesa per il cda di Cir previsto il 30 ottobre
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Il Cdr e i giornalisti de Il Secolo XIX seguono "con preoccupazione il dibattito che si è scatenato negli ultimi giorni sul futuro del Gruppo Gedi". di cui fa parte la testata. Lo scrive il Cdr del quotidiano genovese in una nota a seguito dell'offerta dell'ingegner Carlo De Benedetti per una quota del 30% del gruppo. Proposta che il gruppo Cir, guidato dal figlio Rodolfo De Benedetti, ha respinto al mittente etichettandola come 'manifestamente irricevibile'.

Una notizia che a Piazza Affari ha stimolato l'appetito speculativo
su Gedi-gruppo Espresso. Il titolo, dopo un balzo di oltre il 15% di lunedì e un piccolo passo indietro nel giorno seguente, è tornato a correre fino a guadagnare oltre il 7,5%. A infiammare nuovamente l'interesse degli investitori è l'ipotesi di uno 'spezzatino' del gruppo, dividendo La Repubblica dalle radio e dagli altri quotidiani, compresi La Stampa e Il Secolo XIX. Per le radio, in particolar modo, ci potrebbe essere uno sbarco in Borsa.

“Rileviamo che sta emergendo un quadro più che mai incerto
sul futuro assetto societario del Gruppo. Da mesi circolano voci sulla cessione di Gedi: tale ipotesi è sempre stata smentita dall'azienda ma dalle notizie delle ultime ore questa eventualità ha trovato importanti riscontri”, prosegue la nota. “Alla luce di tutto questo, riteniamo doveroso che venga fatta al più presto chiarezza sul futuro del Gruppo”, conclude il Cdr del quotidiano genovese.

Il Sole 24 Ore scrive che il piano per Repubblica sarebbe prima lo scorporo e poi il trasferimento a una fondazione, partecipata da giornalisti e manager del gruppo, "modello Guardian". Intanto, si aspetta il cda di Cir del 30 ottobre che dovrebbe fare scadere di fatto la proposta. A quel punto, Carlo De Benedetti potrebbe anche decidere di spostare quella liquidità solo su Repubblica, oppure accontentarsi di aver sollevato il problema.