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La Sampdoria? "E' capitata, se potessi prendere la Roma..."
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 A caval donato (e foraggiato) non si dovrebbe guardare in bocca, tuttavia Massimo Ferrero ha perso l’ennesima occasione per evitare ingratitudine verso la famiglia che cinque anni e mezzo fa gli aveva regalato la Sampdoria, con tanto di dote economica, fideiussioni e garanzie a lungo termine.


Nel corso di una singolare lezione agli studenti della LUISS di Roma, l’università privata di Confindustria, il patron blucerchiato ha tratteggiato una situazione da terzo mondo antecedente al suo avvento: “Quando sono entrato a Bogliasco per prima cosa ho visto un cancello rotto, le docce tutte rotte… con i Garrone alle spalle una società di A si presentava così… Io sono malato per i bagni, per una malattia presa da bambino, la pulizia in bagno conta molto”.
Il rinascimento ferreriano, giunto al termine del buio medioevo dei Garrone, viene descritto senza risparmio di magniloquenza e pazienza se non tutto torna rispetto al reale: “Ho fatto il centro sportivo (leggi: “Ho contratto mutui Coni, a carico della società, per lavori di ristrutturazione di un centro che esiste dal 1976, lavori che non sono ancora finiti”), ho preso tutte le concessioni, ho fatto l’hotel nuovo, in cui i giovani studiano”.
Infine, a dispetto delle tensioni in corso, l’ennesima professione di indifferenza per la società guidata dal 12 giugno 2014: “La Sampdoria? E’ capitata”. Il chiodo fisso resta la Roma: “Me l’avevano proposta nel 2010 ma dissi di no, del calcio non me ne fregava niente, andavo allo stadio solo per tenere rapporti. Oggi potrei essere pronto per andare alla Roma. Ho messo in vendita la Sampdoria perché non posso fare di più. Se domani ci fosse la possibilità di prendere la Roma o un club di prima fascia, la prenderei subito”.