Seconda giornata della 59esima edizione del Salone Nautico di Genova all’insegna del sole e del bagno di folla. Tra le varie iniziative, focus sul progetto Pelagos di Legambiente, uno studio che ha riguardato l’area marina del Santuario Pelagos tra Liguria, Toscana, Corsica e Costa Azzurra, ricco di biodiversità, ma è anche una delle zone con la più alta concentrazione di rifiuti plastici al mondo.
È stata studiata la platisfera, un nuovo ecosistema Marino sviluppatosi intorno ai rifiuti plastici, composto da microorganismi potenzialmente dannosi per pesci, uccelli e mammiferi marini. I rifiuti plastici rappresentano l’80 per cento del totale dei rifiuti marini. Sono state monitorate 17 spiagge tra Toscana e Liguria. Su più di 30mila metri quadri di superficie ispezionati sono stati rinvenuti oltre 14mila rifiuti costituiti per l’87% da plastica, per una media di 857 oggetti ogni 100 metri lineari di litorale. La cattiva gestione dei rifiuti urbani è la causa principale della loro presenza sulle spiagge. Per quanto riguarda i rifiuti maggiormente presenti, il 29% è rappresentato da frammenti di plastica da 2,5 a 50 cm, il 13% da pezzi di polistirolo, il 10% da mozziconi di sigaretta, il 9,3% da tappi, coperchi e anelli di plastica e il 5,4% da bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie (cotton fioc). Dati e numeri che Legambiente trasferirà al programma Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.
“La cattiva gestione a monte - ha spiegato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - è la principale causa della dispersione dei rifiuti in mare. La sensibilizzazione delle istituzioni è una delle azioni principali per contrastare l’inquinamento da plastica. E serve una legge che consenta ai pescatori di diventare gli “spazzini del mare” cioè di poter smaltire i rifiuti che restano nelle reti e che oggi loro devono paradossalmente rigettare in acqua. Un disegno di legge su questo tema è fermo da mesi in Commission e Ambiente”.
porti e logistica
Al Salone Nautico focus sulla plastica in mare, Legambiente: “La legge consenta ai pescatori di diventare ‘spazzini’ del mare”
Oggi i pescatori devono paradossalmente rigettare in acqua i rifiuti impigliati nelle reti
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