Sei gol segnati, altrettanti subiti. Il Genoa ha una media delle due reti a partita sia realizzate che incassate. Benvenuti sull’ottovolante delle emozioni. Andreazzoli produce molto là davanti grazie a esterni che sono costantemente proiettati ad attaccare e a tre centrocampisti molto schiacciati verso le punte. A Roma e con la Fiorentina questo gioco si è visto chiaramente e oltre alle prodezze di Pinamonti, Kouamè e Zapata sono state sfornate molteplici palle gol. Un po' meno con l’Atalanta che non a caso ha vinto la battaglia sulle fasce laterali. Ma i problemi stanno sulla fase difensiva. Evitabili un paio di gol all’Olimpico e anche domenica scorsa è stato concesso troppo alla squadra di Gasperini che comunque va detto, dispone di una batteria di bomber che in pochi hanno in serie A.
Resta il fatto che è lì dietro che Andreazzoli deve lavorare. La coperta a volte rischia di essere un po’ corta e gli interpreti della linea di retroguardia con Romero e compagni a volte restano uomo contro uomo pericolosamente. Quattro punti in tre partite contro avversarie tecnicamente tutte superiori non è per nulla poca cosa, ma ora ci sono due sfide “pesanti” con Cagliari che misureranno questo Genoa che piace ma che non si deve specchiare troppo.
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