cronaca

Il cda punta sulla discontinuità
1 minuto e 54 secondi di lettura
L'arresto di tre dirigenti delle controllate Aspi e Spea (e altre misure cautelari a carico di sei persone) sta pesando sulle quotazioni del gruppo Atlantia più di quanto accaduto lo scorso anno dal crollo del Ponte Morandi a Genova. Dopo il -8% di venerdì, le azioni di Atlantia hanno perso un altro 8,5% tenendo a stento la soglia dei 20 euro, minimo da febbraio scorso.

Il Consiglio d'amministrazione di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton cui fa capo tutto il gruppo, ha deciso di convocare il consiglio di Atlantia in modo straordinario. Secondo le indiscrezioni, è possibile che il finale di partita riguardi il cambio al vertice con l'uscita dell'amministratore delegato Giovanni Castellucci. Sarebbe stato lo stesso Castellucci a chiedere al presidente di Atlantia di convocare il consiglio.

La famiglia trevigiana, dopo il crollo del Ponte Morandi, era finita nell'occhio del ciclone proprio per non essere intervenuta tempestivamente nonostante le 43 vittime. Adesso ha cambiato passo cercando di rifarsi il lifting dal punto di vista mediatico. Edizione, infatti, ha già annunciato una serie di misure tardive. E, secondo alcuni rumors, Gianni Mion, manager di fiducia che guida la holding della famiglia di Treviso nel dopo-Gilberto, sarebbe favorevole al cambio dell'amministratore delegato.

Il crollo in Borsa delle ultime ore, col titolo a ridosso della soglia psicologica di 20 euro, si spiega con la situazione di profonda incertezza in cui versa la governance di Atlantia. L'eventuale uscita di Castellucci, del resto, arriverebbe in un momento cruciale per la società, impegnata su dossier caldi sia a livello nazionale (è il caso di Atlantia) sia internazionale, dove va implementata la maxi fusione con la spagnola Abertis. Senza dimenticare il confronto col Governo sul tema delle concessioni, destinato inevitabilmente a pesare sulle prospettive a breve e medio termine del gruppo.

Tra i componenti del board nei giorni scorsi si è discusso informalmente della necessità di una discontinuità di governance dopo i nuovi sviluppi dell'inchiesta-bis della magistratura aperta dopo il crollo del Ponte Morandi. Una posizione che risulterebbe condivisa sia dai rappresentati del socio di maggioranza Benetton, la holding Edizione, sia da parte degli azionisti minori. Ciò non significa che verrà necessariamente nominato un nuovo amministra ma che, allo stesso tempo, tra i consiglieri ci si attendono passi concreti verso la discontinuità di governance.