
"Non abbiate paura di apparire semplicisti o infantili - ha detto rivolgendosi ai fedeli -, non temete la derisione del mondo o non temete la cura dei piccoli segni come le immagini religiose nelle vostre case, il segno della croce quando entrate in chiesa, quando vi alzate al mattino e quando vi coricate alla sera. Non abbiate vergogna di fare la genuflessione davanti alla divina Eucaristia, di chinare la testa dinnanzi al Mistero".
Rivolgendosi direttamente ai giovani ha detto loro: "capita che, per tornare all'essenziale della fede, si inaridisce la fede. Con la scusa di togliere gli orpelli si scarnifica la religione e non si rispetta l'umanità dell'uomo: egli ha bisogno, anche per vivere l'invisibile, di segni visibili. Non dimenticate che la maturità della fede - ha proseguito - ha bisogno sia della grandezza come il Vangelo, i sacramenti, la comunità, il servizio che della piccolezza dei segni e delle espressioni, come quella del bambino che corre e poi si gira per vedere la mamma in uno sguardo di fiducia e di amore, di affidamento e di obbedienza".
IL COMMENTO
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