Fra poche ore la capigruppo al Senato sarà il momento cruciale per capire se si andrà al voto come vorrebbe Salvini o se i tempi si allungheranno a tempo indefinito rimandando come minimo a primavera.
Nella “capigruppo in Senato” vanno i responsabili dei vari partiti e per il Pd andrà Andrea Marcucci “renziano di ferro, fatto non trascurabile. La richiesta del Pd sarà di calendarizzare prima la mozione di “sfiducia a Salvini” e solo successivamente la mozione della Lega di “sfiducia al Presidente del Consiglio”.
Sembra evidente che anche i 5 stelle saranno favorevoli alla richiesta del Pd ed è facile pensare che anche la De Petris capogruppo del gruppo Misto voterà per questo ordine cronologico.
Sarà’ da vedere che posizione prenderà Forza Italia che in questo particolare momento nonostante la pochezza parlamentare ora può’ dire la sua ed è nota la vicinanza anzi il sogno di un accorpamento con Renzi che li porto’ a fare la pessima legge elettorale che ci troviamo che doveva consentir loro di governare insieme.
Certo non conviene a nessuno tranne che alla Lega andare ora al voto in tempi brevi, ne ai 5 stelle in caduta libera, ne al Pd spaccato e Renzi, che oggi ha praticamente tutti i parlamentari che fanno riferimento a lui, grazie a liste elettorali che furono studiate nei minimi dettagli.
Renzi è ben cosciente che con la nuova segreteria del Pd in caso di nuove elezioni oggi non farebbe lui le liste elettorali anzi, l’attuale direttivo che questa volta metterebbe fuori i suoi uomini e le sue donne. E proprio per questo Renzi ha già’ ventilato l’ipotesi di un suo partito per mantenere un ruolo politico, difendere il futuro delle sue truppe e non cadere nell’irrilevanza.
Le motivazioni che sentiremo in caso di rinvii delle urne saranno molte: modifiche della legge elettorale da rifare, rischio per la manovra finanziaria, rischio aumento dello spread, aumento dell’iva e molti altri.
In effetti si tratta solo di strategie politiche: la Lega ora è davvero troppo forte ed anche unita mentre tutti gli altri partiti sono deboli, in forte calo e spaccati al loro interno.
Salvini va ridimensionato e su questo è’ probabile si chiuderà’ un accordo in capogruppo.
Non penso però che nessuno possa gridare allo scandalo ne ad inciuci qualora si andrà verso alleanze impensabili o governo di scopo se non tecnico. D’altronde chi ha votato Lega alle ultime elezioni avrebbe mai immaginato che sarebbero andati a governare con i grillini? Non credo anzi molti si sono schifati sia da parte leghista che pentastellata e il fastidio dei due elettorati è aumentato proprio verificando le discrasie di questo Governo.
Quindi non c’è da meravigliarsi di nulla, prosegue solo un sistema di governare che ha passato la prima, la seconda ed anche questa terza repubblica se tale si possa considerare: è solo il modo di fare politica del nostro Paese, cambiano partiti, uomini, ma restano sempre le stesse abitudini. Siamo italiani e l’arte di arrangiarci non ci manca! Figuriamoci se manca ai politicanti!
politica
Crisi Governo: capigruppo punto di snodo cruciale
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