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Ha vestito la calottina bianco-celeste per sedici anni
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Con una lunga e bella lettera Stefano Tempesti dà l'addio alla Pro Recco. Il portiere ha fatto la storia della società di pallanuoto più titolata al mondo. Dal 2003 Tempesti ha indossato la calottina bianco-celeste della Pro Recco per sedici anni. La finalina di Champions è stata la sua ultima partita, il passo d'addio di un campione che in carriera ha vinto tutto.

Ecco il testo della lettera:     



'Tante volte mi sono chiesto come sarebbe stato, che emozioni avrei provato, quali pensieri mi avrebbero accompagnato salutando la mia famiglia sportiva, la mia società, la mia Pro Recco.



Immaginavo tristezza, lacrime, dolore e tanto dispiacere. Invece mi ritrovo oggi a sorridere e a essere felice. Si, sono felice perché guardandomi indietro e tornando con la mente a questi ultimi 16 anni vedo tanta gioia e tanti successi, grande stima e immenso amore.


Ci sono stati tanti momenti tristi e situazioni difficili ma anche questi hanno contribuito a rendere indimenticabili le gesta del passato.
A partire da quei sette dirigenti che fecero la follia di acquistarmi, investendo su un giovane ragazzo che ancora tanto aveva da dimostrare.
Mi guardo indietro e ripenso con affetto a chi mi ha allenato e adesso non c'è più, i cari Enzo D'Angelo e Paolo De Crescenzo, signori di un tempo che fu.
Ringrazio chi mi ha allenato e fatto diventare quello che sono oggi, Pino Porzio, l'amico Riccardo Tempestini, Igor Milanovic, Amedeo Pomilio, Vladimir Vujasinovic e, last but not least, Ratko Rudic.


Ringrazio i preparatori atletici che negli anni si sono susseguiti, diventati poi tutti cari amici e confidenti: Paolo Barbero, Francesco Rizzo, Donato Quinto e Willians Morales.
Ringrazio di cuore per la loro passione i fisioterapisti nominando, per dovere nei confronti del gentil sesso, l'amica Elisa Javarone.
Ringrazio lo staff e la segreteria, da Gianfranco Mantovani a Marta Finetti passando per Jonathan Del Galdo e tutti coloro che ci promuovono nel mondo.
Ringrazio tutti i giornalisti con i quali ho avuto il piacere di conversare, anch'essi divenuti poi amici negli anni, da Guido Martinelli a Italo Vallebella, da Claudio Mangini a Francesco Grillone, per arrivare al simpaticissimo partenopeo Franco Carrella.

Abbraccio con affetto i portieri che mi hanno sopportato e supportato negli anni, il dotto Claudio Bozzo, l'inesauribile Dario Gennaro, il fratello Jack Pastorino, indispensabile con la sua pazienza e fedeltà, il saggio Goran Volarevic, Francesco Massaro e Marko Bjiac.

I giocatori ai quali ho avuto l'ardire di coprire le spalle sono troppi da nominare e rischierei di fare torto a qualcuno, dimenticando qualche nome; vi ringrazio tutti. Col cuore e le braccia ho sempre cercato di darvi sicurezza in quel rettangolo di porta a volte maledetto, a volte sacro e inviolabile.

Stringo al petto con calore i dirigenti e tutti coloro che hanno contribuito a rendere grande questa società, non abbiatene a male se nomino il buon Pino Capurro e il sagace Massimo Ferreccio per rappresentarvi al meglio con la stima che meritate.

Abbraccio tutti i tifosi che in questi anni ci hanno seguito e supportato. Porterò sempre nel cuore l'urlo della cara Andreina, "Reccooooooo", che rimbomba ancora in tutte le piscine del mondo, e l'ultimo striscione che mi avete dedicato resterà una fotografia che porterò sempre con me.

Ringrazio l'amico Gianni De Ferrari, il fratello Massimo e tutto il suo staff per avermi sempre sostenuto con affetto e stima incrollabili.

Una menzione particolare va al grande Eraldo Pizzo, sempre presente col consiglio giusto e una saggezza ineguagliabile. Ti voglio bene Caimano, compagno di mille chiacchierate e aneddoti indimenticabili.
Abbraccio il caro amico fraterno Maurizio Felugo che mi ha dato l'onore di essere il padrino di Nina e mi è stato vicino in tutte le vesti possibili e immaginabili in questi lunghi anni. Grazie Mauri, abbiamo creato insieme qualcosa di unico e irripetibile.
Saluto con calore Arnaldo, altro fratello, anche lui amico fedele e instancabile nel rendere sempre tutto più facile e divertente con l'abilità di un grande professionista.
Un doveroso saluto va alla clinica Montallegro nelle figure di Francesco Berti Riboli, Luca Spigno e in particolare all'amico Giorgio Maietta che si è preso cura di me nei tanti giorni passati insieme.
Tutti questi anni hanno però avuto un denominatore comune, colui che è diventato un punto di riferimento fisso e costante, un secondo padre sempre pronto a rispondere a qualunque bisogno e a qualunque necessità, un cuore grande sul quale fare sempre affidamento nei momenti difficili e senza il quale questo splendido sogno non si sarebbe mai realizzato. GRAZIE Gabriele, GRAZIE Presidente, GRAZIE per tutto quello che hai creato e al quale mi hai permesso di partecipare.

È stato un onore e un privilegio essere il capitano della tua Pro Recco. Mi hai sempre difeso e non lo dimenticherò mai.
Grazie a tutti, spero di aver meritato l'affetto che mi avete dimostrato in questi sedici anni.
Me ne vado per un po', ho ancora un pezzettino di storia da scrivere, ma torno presto...
Sempre FORZA PRO RECCO.