salute e medicina

Il coordinatore del centro regionale punta il dito sugli stili di vita
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 "Viviamo in una società ipocrita che normalizza il consumo di bevande alcoliche attraverso atteggiamenti poco etici dove si associa l'alcol al successo, al benessere e allo sport". Gianni Testino, coordinatore centro alcologico ligure, è chiaro e netto nel condannare la società di oggi che fa del consumo, e soprattutto dell'abuso, di alcol la norma.


"Si fanno lunghe discussioni sulla legalità o meno della cannabis ma poi lasciamo andare il discorso sul'alcol. In Occidente quando ci battezziamo si festeggia con le bevande alcoliche e la stessa cosa vale per la cresima, il matrimonio e così via". Sotto attacco dunque uno stile di vita proposto e riproposto dai media che di fatto hanno fatto diventare il consumo esasperato di alcol la normalità arrivando al punto da farlo diventare simbolo di successo nella vita. Non è una condanna a birra o vino, sia chiaro. Un bicchiere di tanto in tanto non ha mai fatto male a nessuno, ma quello rimarcato dal medico esperto nel settore è un punto cardine su cui far partire una riflessione. "Mi arrabbio quando vedo società di calcio, rugby o di qualsiasi altro sport sponsorizzare bevande alcoliche". Questo messaggio che passa attraverso la pubblicità ha i suoi effetti, negativi, soprattutto nei confronti dei più giovani.


I dati a livello italiano sono allarmanti e la Liguria non fa eccezione
: un giovane su due di età compresa tra 16 e 17 anni consuma abitualmente alcol e addirittura uno su tre tra tra i 13 e 15 anni, ovvero chi praticamente è poco più di un bambino ed è entrato nella fase adolescenziale. Proprio quella dove si è più fragili e di conseguenza meno pronti ad affrontare i 'pericoli' e le tentazioni della vita. "I dati che riguardano i minori hanno un trend in aumento negli ultimi anni" specifica Testino. Il numero invece di chi abusa di bevande alcoliche tra chi ha un'età superiore ai 40 anni è in lenta ma graduale riduzione. Ma certo non si possono dormire sogni tranquilli.  Il 25% della popolazione maschile ligure e il 13% di quella femminile è a rischio per malattie legate al consumo di bevande alcoliche. Si parla infatti in tutto di circa 270mila liguri."Quando diciamo a rischio intendiamo - precisa ancora il coordinatore del centro alcologico ligure - per quanto riguarda le donne coloro che consumano più di una unità alcolica al giorno, mentre per i maschi chi beve più di due bevande, il tutto in associazione ad altre variabili"


Trovare un freno adeguato a questo divampare così come si sta facendo ad esempio per le macchinette mangia soldi nei bar, non sembra facile. Testino però traccia una strada da seguire: "Irrigidire le norme serve a poco, bisogna invece implementare le campagne informative nelle scuole elementari e medie, lavorando insieme ai professori tutto l'anno. I giovani infatti se adeguatamente informati di rischi e pericoli da adulti potranno scegliere con maggiore libertà come comportarsi" conclude.