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L'imprenditore italo-americano è adesso in procinto di rilevare la Fiorentina per 135 milioni
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Era la fine degli anni '90 e la Sampdoria di Enrico Mantovani stava vivendo una delle stagioni più difficili della sua storia, culiminata nella retrocessione in serie B dopo l'epoca d'oro del padre Paolo. Enrico e la sua famiglia si erano accollati l'onere e l'onore di succedere al presidente più amato e vincente dal 1946. Prima di intraprendere questa avventura avevano offerto la società a Riccardo Garrone, che tuttavia non se l'era sentita di entrare nel calcio in prima persona.


Ma la ricera di un acquirente, da quell'infausto 14 ottobre 1993 (giorno della scomparsa di Paolo Mantovani) non si era mai interrotta. Malgrado buoni risultati e l'arrivo di giocatori importanti (da Seedorf a Veron, da Montella a Chiesa solo per citarne alcuni), la piazza blucerchiata (e non solo, anche alcuni calciatori come Mancini e Vierchowod) faticava a digerire l'inevitabile ridimensionamento delle ambizioni, già intuito peraltro da Paolo Mantovani, che aveva ceduto Vialli alla Juventus per garantire la sopravvivenza della Sampdoria.


Fu allora che Rocco Commisso, calabrese di origine e statunitense di adozione (sbarcò a New York a dodici anni), fondatore di Mediacom, un impero delle telecomunicazioni che lo ha portato oggi a possedere un patrimonio personale stimato in 4,5 miliardi di sollari, si interessò alla Sampdoria.


A trattare con Comisso furono inviati da Mantovani in America l'allora direttore generale Emiliano Salvarezza e l'esperto di finanza Nicola Volpi (oggi amministratore delegato di Permira, società finanziaria britannica specializzata nei settori di private equity ed hedge founds). L'accoglienza a New York, per gli emissari italiani della Sampdoria, fu imponente: il trasferimento da New York (sede dell'advisor Chase Manatthan Bank) al New Jersey (luogo di residenza di Commisso) avvenne addirittura a bordo di una lussuosa Limousine. La trattativa, in realtà, si fermò per varie ragioni ad un livello embrionale, lo stesso Comisso probabilmente non era ancora pronto per entrare nel calcio italiano.


Ma la voglia di occuparsi di sport deve essergli rimasta, se è vero come è vero che nel 2017 acquistò una quota azionaria dei New York Cosmos e adesso è in procinto di diventare il nuovo proprietario della Fiorentina per una cifra attorno ai 135 milioni di euro. C'è da chiedersi perché, semmai, da parte di Comisso non ci sia stato un ritorno di fiamma per la Sampdoria, a sua volta trattata da alcuni mesi dal gruppo americano di Jamie Dinan rappresentato da Gianluca Vialli. Evidentemente il matrimonio tra Commisso e la Sampdoria non si aveva proprio da fare.