economia

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Nessuno lo ha ancora detto chiaramente ma la marcia indietro del fondo americano Blackrock sull’acquisizione di Carige potrebbe essere il male minore per la banca ligure: in teoria l’offerta arrivata da oltre oceano garantiva la stabilità occupazionale dell’istituto ma il passaggio a un gruppo così grande e così lontano, interessato, dicono i bene informati, soprattutto agli NPL (cioè i crediti deteriorati) in pancia alla banca, non era esente da rischi.

Così il giorno successivo al gran rifiuto le istituzioni italiane e regionali si interrogano su quale nuova strada seguire per rimettere Carige sulla linea di galleggiamento.

Il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi non ha negato che sul tavolo ci sia anche l’opzione della nazionalizzazione della banca: l’ipotesi, del resto, è contemplata dallo stesso decreto “salva Carige” e, sebbene considerato l’extrema ratio dal presidente del consiglio Conte, il passaggio allo Stato non è da escludere.
“Anche perché – ha detto Rixi - in caso di un crollo del sistema Carige c'è il rischio di portare dietro altre banche ma soprattutto di avere un'altra moria di imprese quando oggi invece ci sono dei segnali di ripresa che dovremmo cercare di incentivare".

Ma in queste ore, nonostante il colpo inatteso della rinuncia di Blackrock, i commissari di Carige, Innocenzi, Modiano e Lener, hanno ripreso a lavorare su altre ipotesi aggregative: "Siamo impegnati, e non da soli, a esplorare tutte le possibilità di dare vita comunque a una soluzione privata, di mercato, all'altezza del potenziale della nostra banca", scrivono in una nota.

Dal mercato aspetta buone notizie anche il governatore Giovanni Toti, il quale parla apertamente di “istituto di credito nazionale”, cioè di una banca italiana che voglia entrare nel mercato ligure attraverso Carige. Sarebbe una soluzione diversa rispetto a quella prospettata da Blackrock, più vicina alle esigenze e alla mentalità del locale mercato del credito. Ma oltre al possibile partner esterno, Toti si appella anche ai grandi azionisti locali, la famiglia Malacalza su tutti, che da tempo non commenta le vicende della banca.

Sullo sfondo restano i sindacati, preoccupati si, ma fino a un certo punto: l’ombrello garantito dallo Stato è inequivocabile e, in caso di totale assenza di investitori privati, Carige sarà ricapitalizzata dal Governo.