Piaggio Aero, Bombardier, crack Qui Group, Rinascente, lavoratori ex Ilva ma anche Carige, piccolo commercio e non solo. Una festa del Primo maggio che in Liguria è vissuto a tinte chiaro scure. Da una parte i numeri che consentono un piccolo sospiro di sollievo, dall'altra però tante questioni in ballo che affliggono migliaia di lavoratori dei diversi settori produttivi della regione.
L'ultimo tema caldo è quello di Piaggio Aero con oltre mille dipendenti delle sedi di Villanova d'Albenga e Genova Sestri Ponente che aspettano risposte sul futuro dell'azienda e su quello che ne sarà. Domani per cinquecento di loro scatta la cassa integrazione a zero ore. Una tegola non da poco. Una festa del lavoro che c'è sempre meno. In pochi mesi solo a Genova si sono persi quasi seicento posti di lavoro. Colpa anche del fallimento di Qui Group e di tutte le sue aziende satellite che fanno capo all'imprenditore genovese Gregorio Fogliani, compreso Moody e la Pasticceria Svizzera che restano in attesa di capire cosa succederà da qui in avanti. Anche la Rinascente ha lasciato Genova abbassando definitivamente le serrande a un pezzo di storia del commercio del centro cittadino. A Vado Ligure in perenne preoccupazione ci sono i circa cinquanta dipendenti di Bombardier che al rientro dal ponte del 25 aprile hanno scoperto che l'azienda ha costruito un muro per delimitare, nei locali oggi utilizzati per la funzione ingegneria, gli uffici che dovrebbero essere affittati a Segula, società che acquisirà il ramo d’azienda a partire da fine maggio, anche per loro il futuro resta più che un'incognita.
Poi c'è il destino dei dipendenti Carige, anche loro preoccupati per le incertezze che aleggiano suo futuro dell'istituto di credito genovese. Appena ieri i tre commissari straordinari Fabio Innocenzi, Raffaele Lener, Pietro Modiano che hanno rassicurato: "Non è vero che siano in discussione progetti di trasformare Carige in una boutique finanziaria e/o di dimezzarne i dipendenti". Per ora parole a cui i lavoratori aspettano che seguano i fatti concreti. E poi ancora in questo lungo elenco c'è tutta l'area di crisi industriale complessa di Savona là dove Piaggio Aero e Bombardier sono solo le punte dell'icerberg. Una Genova e una Liguria che da agosto hanno dovuto affrontare anche la tragedia di ponte Morandi, con i licenziamenti e una conseguente crisi di tutte le attività commerciali che ruotano attorno a quella fetta di città. Il decreto Genova ha posto un rimedio con i primi aiuti e interventi a sostegno. E ancora i lavoratori ex Ilva e quelli confluiti in ArcelorMittal che attendono anche loro i piani di rilancio industriale.
- I DATI SUI PORTI LIGURI
Non solo aspetti negativi sia chiaro, c'è ad esempio tutto il lavoro legato al mondo del porto. Il porto di Genova che comprende oltre a Genova, Prà, Savona e Vado Ligure, si riconferma anche nel corso del 2018 quale prima realtà italiana in termini di volumi movimentati, diversificazione produttiva e valore economico. Con 70,4 milioni di tonnellate di merce di ogni tipo (+1,7%) e 4,3 milioni di passeggeri (+1,6%), portati dalle oltre 9,000 navi che hanno fatto scalo nei quattro bacini. Solo le crociere hanno portato a Genova e Savona oltre 1,8 milioni di passeggeri. Numeri che danno la spinta per puntare sempre più sul turismo come volano dell'economia. Discorso analogo nel 2018 anche per il porto della Spezia con oltre 1,5 milioni di contenitori (+1,2%), 18,3 milioni di tonnellate di merce (+0,1%), 495 mila passeggeri (+4,7%).
- I DATI SUL LAVORO
Poi ci sono i numeri che mettono in evidenza una situazione che inizia a essere positiva e forse una luce che si inizia a vedere e in lontananza l'uscita dal tunnel. I dati su occupazione e disoccupazione ci dicono che in Liguria nel 2018 gli occupati nel 2018 sono stati in media 609mila (+6mila rispetto al 2017) frutto di una crescita dei lavoratori con contratti dipendenti (+8mila unità da 443 a 451mila occupati) e di un calo degli indipendenti di 2mila (da 160 a 158mila). Genova cresce di 6mila occupati (336mila) frutto di una imponente crescita dei dipendenti (+12mila) e di un calo degli indipendenti (-5mila); Imperia sale di 2mila occupati a quota 79mila, dovuto esclusivamente agli indipendenti; Savona e Spezia calano entrambe di mille occupati rispettivamente a quota 109mila (-mille dipendenti) e 85mila (-3mila dipendenti e +2mila indipendenti).
Il tasso di occupazione ligure sale, passando dal 62,4% del 2017 al 63% del 2018. Segno più anche per le imprese, secondo i dati della Camera di Commercio a febbraio 2019, a Genova e provincia, il numero delle attività produttive supera di 348 unità quello delle attive a febbraio 2018il tasso di occupazione ligure sale, passando dal 62,4% del 2017 al 63% del 2018. Segno più anche per le imprese, secondo i dati della Camera di Commercio a febbraio 2019, a Genova e provincia, il numero delle attività produttive supera di 348 unità quello delle attive a febbraio 2018.
- LA RICETTA DEI SINDACATI
"Oggi viviamo una crisi che dura da più di dieci anni ma che non sta terminando - spiega Igor Magni Segretario Camera del Lavoro Metropolitana di Genova -. In realtà non c'è l'uscita del tunnel. Piaggio, Carige, chiusura Rinascnte, crack Qui Group, industria, commercio e terziario, sono tutte in sofferenza. il turismo va bene ma va ripensata la città se vogliamo realmente cambiare passo. Ci sono tante idee ma concretizziamo poco. Bisogna sedersi a un tavolo e pensare come ripensare la città con l'idea di smart city, serve un nuovo welfare, bisogna pensare a come sviluppare ulteriormente il porto. Poi ci sono pere fondamentali come il terzo valico e il nodo ferroviario. Bisogna partire da Università e formazione" conclude Magni.
Sulla stessa lunghezza anche Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria: "Ci sono tante vicende aperte, quella di Piaggio Aero ad esempio che non accenna a trovare una soluzione positiva ma anche la situazione di Carige e di tutti i suoi dipendenti. C'è l'assenza della politica. Bisogna puntare sul turismo, ci sono i settori dell'edilizia e dei servizi in sofferenza, vanno rilanciati attraverso investimenti studiati e seri. Bene guardare alla Cina anche se sarebbe meglio un percorso comune fatto da tutta l'Europa. La Liguria è una regione piccola ma che può dare molto, immaginiamo un lavoro nella nostra regione multicolore ed eterogeneo. Ora però è il momento che la politica faccia le sue scelte" conclude Maestripieri.
cronaca
Festa del Lavoro in Liguria tra crisi, chiusure e vertenze. Ma i numeri dicono che c'è la ripresa
Primo maggio nella regione a tinte chiaro scure
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