E' inquinamento colposo e non disastro ambientale il reato contestato ai quattro dirigenti Iplom per la rottura del tubo dell'oleodotto che tre anni fa riversò nel rio Pianego e poi nel torrente Polcevera 680 metri cubi di greggio. La puntualizzazione arriva dall'ufficio legale dell'azienda attiva nella raffinazione del petrolio.
Nei giorni scorsi il pm Walter Cotugno della procura di Genova aveva concluso le indagini che vedono indagate complessivamente cinque persone.
Il quinto indagato è un ingegnere che, secondo l'accusa, avrebbe attestato il falso circa le condizioni della struttura.
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