cronaca

Oltre una decina di attività costrette a chiudere per il calo degli affari
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 "Qui è un deserto, non passa più nessuno", una frase che in questi ultimi quattro mesi a Genova abbiamo sentito dire più volte da diverse realtà della città. Questa volta però la denuncia arriva dal quartiere di Sampierdarena. In via Cantore e via Buranello tra le 8 e le 8.30, in quella che dovrebbe essere un'ora di punta del dunque, le auto che transitano lungo le vie principali sono pochissime. Il traffico qui è un ricordo, per qualcuno addirittura un miraggio. Sì perchè a soffrire sono soprattutto le tante attività commerciali che qui hanno i loro negozi.


Il perchè è presto detto: il crollo di ponte Morandi ha infatti costretto l'amministrazione comunale a modificare la viabilità in diverse zone del ponente della città. A pagarne le spese in qualche modo è stata proprio Sampierdarena, che in breve tempo si è trovata 'chiusa in gabbia'. Una possibile soluzione è stata lanciata dal comitati di quartiere legati al commercio. "Le macchine che accedono in via Cantore dall'area di ponte Morandi sono pochissime - spiega Stefano Curti, presidente del Civ di via Cantore e dintorni -. Abbiamo chiesto l'apertura a doppio senso di via Degola, ma l'ufficio di Mobilità del Comune ci ha detto che non è possibile farlo per una questione di sicurezza". L'obiettivo dei commercianti è chiaro e semplice: far tornare la macchina in via Cantore.
"Qui si sarebbe potuto creare anche un bypass per l'ingresso in Sopraelevata. Invece con la situazione che si è venuta a creare noi siamo tagliati fuori e blindati all'interno di Sampierdarena" spiega ancora Curti.


Con la chiusura della rotonda di Lungomare Canepa, per chi arriva dal ponente della città non esiste un accesso diretto al quartiere e anzi va dritto verso l'elicoidale spiegano i cittadini di Sampierdarena.
Se da altre parti della città il problema per lungo tempo è stato l'eccessivo traffico che impediva ai cittadini di fermarsi a fare commissioni, e acquisti, qui a Sampierdarena il problema è proprio l'opposto.  "Il calo degli affari è stato per tutti dal 28 al 35% - racconta Rodolfo Bracco, presidente Civ Sampierdarena - Una riduzione notevole. Sampierdarena paga un prezzo altissimo per permettere a Genova di avere un traffico quantomeno normale".


Il Natale è vicino ma qui sembra non accorgersene. Passeggiando per le vie del quartiere infatti spuntano una dopo l'altro le tante saracinesche dei negozi abbassate. E no, non è il giorno di chiusura. "I commercianti così non possono andare avanti. Le cose già non andavano bene prima, ma questa situazione che si è venuta a creare ha dato il colpo di grazie" spiega ancora Bracco. In totale alla fine dell'anno saranno oltre una decina i negozi che chiuderanno definitivamente l'attività. Negozi ben radicati sul territorio e presenti da anni a Sampierdarena. "Servono soluzioni eccezionali per far vivere il quartiere, bisogna far tornare il traffico a Sampierdarena, è l'unico modo per tenere viva l'economia del territorio" è questo l'appello rivolto a Palazzo Tursi dai rappresentanti dei due Civ.