cultura

L'autrice è la giovane Elena Rivolta
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Tra i testi più toccanti della premiazione vissuta sul palco dei Magazzini del Cotone all'interno delle Notte dei Talenti nella serata centrale di Orientamenti 2018, lo scritto di Elena Rivolta: una studententessa dell'istituto Bergese e volontaria di Croce Rossa (nella foto l'assegno per la raccolta nel nome del piccolo Samuele). Qui sotto la pubblicazione integrale con laostile, la punteggiatura e la sensibilità originale che fanno rivivere la tragedia del 14 agosto.  


Quel giorno, quel maledetto giorno, sembrava il solito giorno prima di ferragosto, ma sembrava anche quasi la prima giornata di autunno, una giornata di pioggia , una giornata di allerta. Tutti si preoccupavano se il giorno dopo ci sarebbe stato il sole per festeggiare il 15, come si fa tutti gli anni. Quella mattina ero andata in Croce, visto che c'era l'allerta arancione; sembrava un’ allerta normale, bisognava stare sempre pronti … ma con tutti i messaggi che potevano arrivare, nessuno poteva immaginare … nessuno poteva immaginare proprio quello.. Stavo tornando per andare a mangiare a casa.

Ci siamo fermati un secondo in un bar per prendere qualcosa da bere, e abbiamo incontrato i nostri colleghi che tornavano dall' ospedale. C’erano tuoni e lampi, un semplice e normale temporale estivo, ma uno ci ha fatto venire i brividi, senza motivo. Era un tuono molto lungo e diverso da tutti gli altri, a ripensarci ora. Alla fine ci salutiamo tutti … e io… Io inizio ad andare verso casa, ma arriva un messaggio: "E' crollato il ponte di Bolzaneto!"
 
Subito ho pensato a un ponte bello ma chiuso… ma arrivano altri messaggi, arrivano molti altri messaggi, ed sono tutti angoscianti e terrorizzanti.. E ancora non si capiva bene di che ponte si stesse parlando … dopo arrivano le foto! Io non ci potevo credere, sembrava di essere in un film di fantascienza , davvero, non esiste un modo per descriverlo, anche ora che sono due mesi dal disastro non troviamo ancora le parole per descriverlo. Non sapevo cosa fare, non riuscivo più a parlare, non ragionavo più…Ho preso il telefono e ho iniziato a chiamare mia madre che era lì vicino, in Fiumara, e poco prima mi aveva chiamato dicendo - visto che piove forte , stiamo ancora un po’ qua… 

E ora ero in ansia, pensando speriamo non sia lì sotto le macerie, e perché non sono partite prima visto che il tempo non migliorava … mi sono venuti in mente tutti i pensieri possibili e immaginabili; poi per fortuna quel telefono ha smesso di squillare e mamma ha risposto e…

E allora mi sono rilassata , poi quando le ho detto del ponte mi prendeva quasi in giro , era impossibile! ...un ponte del genere un grosso mastodonte, un ponte che collegava la Val Polcevera , la mia valle…. chi abita in questa valle ha passato ore e giorni su quel ponte, le ore in coda, le ore sotto quel ponte..Quante sere ci siamo passati! E quante volte ci siamo passati sotto con il treno restando in silenzio perché palare sotto al ponte portava sfiga … ti interrogavano a scuola, o prendevi un brutto voto.
 
Dopo tutte le chiamate ai miei familiari torno a casa: pronta nel caso mi chiamino per il servizio in Croce...Ma non io, non io … sono partiti subito gli esperti, quelli dei Soccorsi Speciali della valle quelli per i quali quel ponte era un simbolo da sempre…Metto la tv su Primocanale , si vedono le prime immagini , i primi salvataggi la tristezza dei primi teli bianchi. Poi nelle ore che seguono ho ancora molta speranza, ma le immagini sono sempre più crude e tristi, sempre più teli bianchi e la rabbia e la tristezza che sale sempre di più nel cielo; la pioggia diminuisce e i soccorritori continuano a scavare tra le macerie per cercare ancora dei superstiti. E cala la sera , e un’ altra paura ci fa rabbrividire .. stanno cercando di chiamare e di cercarli… dovevano andare dal fratello di lui e dovevano passare su quel maledetto ponte: nessuno di loro ancora ha chiamato per dire anche un semplice "ciao stiamo tutti bene tranquilli." Invece nulla.

Loro tre, li conoscevamo bene noi di Campomorone. E noi in particolare eravamo i loro vicini di casa fino a quando non si sono trasferiti…Lì di nuovo mi è crollando il mondo addosso , mi ricordo ancora quando Samuele mi salutava mentre mangiavamo sul poggiolo e giocava mentre aspettava di cenare, mi ricordo quando ai giardinetti girava in bici , giocava un poco a calcio e con le paperelle negli stagni… Era pieno di vita.. un bambino così bello pieno di vita, di gioia, affettuoso..un bambino semplice, educato ma solare.. un messaggio che mi fa sperare , ma non per molto, dice che sono all'ospedale , nient’ altro
Sembrava bello come messaggio , liberatorio, speranzoso, ma invece dopo poco ne arriva un altro … subito non hanno detto che sono all'obitorio …
Una famiglia spezzata , una piccola vita spezzata , un paese , una valle , una città spezzata!

… E quel ponte che sembrava cosi importante per tutti per i bivi, per la mobilità della città - diciamoci la verità - per tutto.
Decido di fare qualcosa e mi preparo mentalmente per andare a fare assistenza al campo Ikea … Ci riesco qualche giorno dopo. Tanto è già stato fatto sulla strada 30 giugno.. Arriviamo proprio dal mozzicone del ponte crollato: difficile guardare in alto e vedere quel mastodonte tagliato a metà, in modo così perfetto, così brutale.
Cerco di imparare a regolamentarmi con diverse forze dell’ordine e i vigili del fuoco, imparo molte cose , vedo la fatica che fanno per cercare ancora i corpi, poi ricevo i loro -grazie - quel grazie detto in modo semplice ma con tante emozioni dentro solo per un semplice caffè d'orzo che portavo, con i loro occhi esausti che si riempivano di gratitudine per cosi poco.
 
Con la Croce nel giro nella zona rossa vedo tutte le macerie da vicino, sento gli odori, le voci straziate e da allora tutte le volte che si parla di questo maledetto ponte mi vengono in mente queste cose e anche l'angoscia si fa sentire.
E la sera, sul ciglio della strada , con il mio fidanzato guardiamo quel ponte e pensiamo ad alta voce per sfogarci, tutte le cose che ci vengono in mente..
tipo : lunedì siamo passati lì sotto, per uno stupido giro all'Ikea, come capita quando non si sa che fare … e il venerdì prima , siamo passati lì sopra come se fosse niente …
 
Qui in valle sono successe tante cose alluvioni , incendi… può cadere un muretto quando piove in una strada di campagna… ma non può per niente venire giù un viadotto nel 2018 , dove c'è la realtà virtuale, e le macchine che parcheggiano da sole!! E ora le scuola e le case lì sotto? Non ci si può neanche più entrare per la sicurezza che non c'è!! … perchè quel pezzo di ponte sta piano piano scendendo e appogiandosi al tetto delle case…

E quelle povere persone hanno vissuto lì da sempre , e vedono la loro casa lì in bilico , la loro vita in bilico.
Tutto ciò mi fa tanto incazzare perché su quel mastodonte ci lavoravano tutte le sere da sempre, era una cosa normale che ci lavorassero ormai , per far capire come stanno realmente le cose in questo paese , che se ne frega di chi ha un appalto di autostrade , dove non mettono in sicurezza i ponti quando sanno perfettamente che è molto importante, e non fanno nulla e come sempre ci andiamo di mezzo noi umili e semplici cittadini… 43 cittadini hanno perso la vita in una tragedia!... e poi gli sfollati.. solo per un ponte alcuni dicono ancora , ma solo chi non è di Genova non sa cosa è, meglio dire , cosa era quel ponte .

Come dice una canzone che hanno fatto poco dopo il crollo " Puoi togliere un genovese da Genova, ma non puoi togliere Genova da un genovese ."
In questi giorni tutti hanno parlato del ponte , soprattutto il Ministro
…un ponte sia percorribile in macchina ma anche a piedi …..
ma io dico ascoltateci !!!
 
ci serve un ponte semplice e veloce ci serve ora! Siamo disagiati in qualsiasi punto della valle, non si può più vivere così , in coda. … quando il Polcevera che passa sotto al ponte è in piena spazza via tutto … fate presto !! FATE ORA! Mi scusi Ministro per essermi sfogata ma noi della Val Polcevera e di Certosa, Rivarolo, non ce la facciamo più !!
 
L’ esperienza mi ha cambiata , sarò diventata più responsabile? Non so.. ognuno di noi è cambiato da quel giorno, è una cosa scritta dentro il nostro cuore per sempre.