
"E' indubbio che il clima di questi giorni tra i lavoratori, che non capiscono se saranno o no dentro la nuova Ilva e cosa devono fare all'arrivo delle lettere di distacco, alimenti anche infortuni come questo - spiega Armando Palombo, rsu Fiom - ma è altrettanto indubbio che questi impianti siano vecchi e necessitino di investimenti. Sulla banda stagnata, in particolare secondo noi servono almeno 120 milioni di euro, mentre Mittal ne vuole mettere solo 15-18".
Per la Fiom in questa situazione è "inaccettabile sentir parlare di tagli al personale e pensare che dove oggi di sono due addetti ce ne sarà uno solo, ed è inaccettabile non aver mai avuto il modo di discutere di questo con Mittal e con il Governo". Per questo "domani saremo in piazza a protestare" ribadisce Palombo. "Noi non disconosciamo l'accordo firmato a Roma il 6 settembre - precisa il sindacalista - ma in quell'accordo il capitolo sull'Ilva di Cornigliano non è ancora stato scritto". La Rsu si è data appuntamento alle 5.30 davanti ai cancelli dell'Ilva: "Un'assemblea davanti ai cancelli per parlare con tutti i lavoratori - spiega - e decidere insieme cosa fare".
L'ipotesi più accreditata fino ad alcune ore fa era quella di un corteo fino alla Prefettura ma le condizioni meteo e un'eventuale allerta potrebbe far evolvere la protesta in altri modi. Sempre domani alle 15 in Confindustria è stato convocato il tavolo in seguito alla procedura di raffreddamento avviata dai sindacati dopo che l'azienda ha proposto una riduzione di personale da 1054 lavoratori, che sono quelli attualmente impiegati, a 1000 che è il numero di assunzioni previste da Mittal dal primo novembre. I dipendenti sono 1474, di questi oltre 420 sono in cassa integrazione.
IL COMMENTO
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