
"Subito dopo il crollo ci hanno rassicurato ma a due mesi di distanza in realtà non è successo nulla - raccontano ancora ai nostri microfoni -. Siamo a casa, con le nostre bollette e i nostri affitti da pagare. Così è veramente dura andare avanti".
Da ormai due mesi è impossibile lavorare. Una situazione comune per tutte le aziende colpite. E così senza sicurezze e rapidi interventi di sostegno economico molte rischiano di dover chiudere e spedire le lettere di licenziamento ai propri dipendenti.
"Siamo andati via che un lavoro ce lo avevamo. Non è solo un problema di cassa integrazione in deroga, all'inizio noi e tante altre piccole aziende sembrava non entrassimo nei requisiti. Poi l'amministrazione ci ha assicirato che tutto sarà regolare ma noi chiediamo semplicemente un lavoro".
L'idea di tarsferire l'attività in un'altra zona della città non è presa in considerazione: "Vorrebbe dire ricomciare da capo e investire cifre importanti tutto per ripartire da zero. Noi e tanti altri come noi non ci pensano nemmeno. Non sarebbe possibile economicamente".
IL COMMENTO
Quando la politica si mise insieme per fare il bene di Genova
Ex Ilva: Cornigliano ha già dato molto, almeno possa pronunciarsi sul piano