cronaca

Apa (Uilm): "Si sta giocando sulla pelle dell'Italia e dei lavoratori"
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È atteso domani il tavolo convocato dal ministro Di Maio a Roma. Invitati i presidenti delle Regioni e dei Comuni coinvolti, i sindacati, le organizzazioni datoriali, i consumatori e le organizzazioni ambientaliste. Tra i convocati, anche la Società per Cornigliano. Un incontro che partirà alle 10 e che vedrà oltre una cinquantina di partecipanti. Ma non ci sarà tra questi il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, poiché la ritiene una "sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio", come ha fatto sapere in una nota. Seguiranno il suo esempio altri sindaci del territorio tarantino e il presidente della provincia Tamburrano.

Presenti invece Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, anche se tutti si aspettano di andare incontro ad una “giornata persa”. Questo perché “Sono stati convocati tanti soggetti che non hanno mai aiutato in un ragionamento di merito riguardo alla siderurgia strategica”, ha spiegato a Primocanale Bruno Manganaro, segretario genovese della Fiom Cgil. "Non abbiamo ancora capito se ritenga legittima o meno la gara, e aspettiamo una risposta in tal senso prima di fare accordi con Mittal”.

E prosegue sulla stessa linea Alessandro Vella, segretario regionale della Fim Cisl: “Sono i sindacati che devono intervenire e che aspettano risposte chiare da un anno. Serve un tavolo per vagliare concrete soluzioni nell’interesse del paese e dei lavoratori genovesi. Sembra che il ministro stia continuando la sua campagna elettorale. L'incontro di domani rischia di essere una passerella mediatica”.

Ad analizzare la situazione in modo puntuale è Antonio Apa, segretario regionale di Uilm: “Credo che il ministro Di Maio stia percorrendo un doppio binario: da una parte prosegue la trattativa con Mittal, mentre dall’altra sta ancora cercando dei presupposti di annullamento della gara. Penso che qui si stia giocando sulla pelle dell’Italia e dei lavoratori, poiché è dubbioso che il governatore pugliese, Michele Emiliano, si sia accorto a 14 mesi di distanza che ci fossero delle irregolarità”. E ricorda che in campagna elettorale così come nel contratto di governo la promessa era quella di chiudere le fonti inquinanti. "Lo scorso 19 luglio, Di Maio sembrava più uno scolaretto che un ministro incaricato di decidere sul futuro di una delle acciaierie più importanti d'Europa".