
Il ministro dei Cinque Stelle è chiamato a fare chiarezza sulle decisioni del governo in relazione al futuro dell’azienda. Due le ipotesi al vaglio. Nella prima il mantenimento della situazione attuale con l’esecutivo impegnato a dare garanzie sul fronte occupazionale. La seconda via è quella che potrebbe portare l’azienda alla riconversione con la chiusura delle fonti inquinanti. E’ questa l’ipotesi preferita dai Cinque Stelle. La scadenza per la chiusura della trattativa con ArcelorMittal è stata fatta slittare lo scorso 27 giugno. Inizialmente prevista per il 30 giugno la nuova data fissata ora è quella del 15 settembre. In queste settimane verranno studiate le soluzioni possibili.
Il nodo da sciogliere, che ha tenuto le parti impegnate per mesi, è però tutt'altro che semplice. In ballo c'è il destino di 13.800 dipendenti che salgono a 20.000 se si tiene conto dell'indotto. AmInvestCo prevede di assorbire 10.000 lavoratori, mentre i restanti 3.800 resterebbero 'a stipendio' dell'amministrazione straordinaria. A Genova, col piano di ArcelorMittal, rischierebbero il posto in 600. Un'ipotesi rigettata dai sindacati che difendono a spada tratta l'accordo di programma del 2005, documento che garantisce la salvaguardia dell'occupazione in cambio delle aree.
IL COMMENTO
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