Trenitalia ci ha provato, cambiando gli orari, a limitare al massimo i danni (sull’equilibrio psico fisico dei pendolari) che si prevedeva potessero esserci. Ma, a quasi una settimana di inizio dei lavori nella galleria San Martino, che comporta il binario unico nella tratta Genova Quarto - Brignole (fino al 2 settembre) la situazione si può definire critica, senza rischiare di eccedere. Premesso che i lavori sono fondamentali per la sicurezza, e che é giusto farli, nei due mesi (luglio e agosto) in cui si presume ci siano meno pendolari in circolazione (ma più turisti sicuramente) spetterebbe alle menti di Trenitalia trovare gli incastri e le rimodulazioni migliori di orari per evitare ritardi cronici che si attestano in media sui venti-trenta minuti, per alcuni treni, soprattutto nelle fasce pendolari. In quasi una settimana, da pendolare che sono, posso testimoniare ogni giorno trenta minuti di ritardo in almeno uno tra i due tragitti andata e ritorno tra Genova e Chiavari. Ma ho raccolto anche voci di chi ha fasce orarie diverse dalle mie.
Ho sentito molti che hanno “rinunciato” cioè, visti i ritardi suddetti, che fanno perdere coincidenze o arrivare tardi al lavoro, si sono trovati costretti a prendere il treno prima. Il che significa spesso perdere trenta, quaranta minuti. Di vita.
La precisione al minuto non si pretende, ma almeno che non siano venti o trenta i minuti di ritardo medi, quello sì. Speriamo che sia una questione di “rodaggio” e che i pendolari non debbano passare un’estate di passione.
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