cronaca

Da San Cipriano la storia di due bimbe con gravi problemi celebrali
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C'è un paese che litiga da tre mesi per fare un governo senza dare risposte a chi ne avrebbe una quotidiana necessità. 

Ne esiste un altro, di paese, che allarga le braccia, accoglie e fornisce cura costante a chi arriva da più lontano e ha soltanto l'amore per dire grazie.

Storie di immensa umanità dove per la retorica non c'è spazio. A scriverle è la comunità di San Cipriano, piccolo borgo sulle alture di Serra Riccò, alle spalle di Genova, guidata da un giovane e generoso sacerdote come don Andrea Cosma.

I veri protagonisti di questo percorso, però, sono soprattutto mamma Violetta e papà Alberto con le figlie Jessica e Joana rispettivamente di 9 e 13 anni colpite da una grave malattia genetica che obbliga a un'assistenza continua in ogni più banale esigenza della vita quotidiana.

Una famiglia di origine albanese giunta nell'entroterra ligure grazie all'associazione "Progetto Silvia" perchè bisognosa delle cure dell'ospedale Gaslini. Da qui il passaparola e l'ospitalità presso un piccolo appartamento interno alla chiesa di San Cipriano. 

Adesso, la fase due: "L'ospedale ha redatto la richiesta che si fermino a Genova per un lungo periodo. Ci siamo impegnati perchè papà Alberto, persona robusta e volonterosa, possa trovare presto un lavoro che abbiamo anche individuato. Tuttavia, non può iniziare questo impiego senza il regolare permesso di soggiorno e le procedure indicano un'attesa almeno di due mesi. Nel frattempo, i nostri compaesani provano a organizzare eventi e raccolte in loro favore" spiega il sacerdote d'alta Valpolcevera.

In realtà, Alberto vorrebbe lavorare fin da subito. Gente immersa in una difficoltà enorme che verso l'esterno mostra grande dignità e serenità, nei confronti della bambine sorrisi senza fine. 

Mamma Violetta sottolinea: "Jessica e Joana sono nate sane. Dopo un mese hanno avuto crisi epilettiche che hanno manifestato l'attuale malattia. A casa nostra, l’ospedale più vicino dista 4 ore e le prestazioni sono tutte a pagamento non sempre di buona qualità. Quando è nata la secondogenita avevamo avvisato dei problemi riscontrati dalla sorella, ma ci avevamo rassicurato. Oggi siamo qui e diciamo grazie a Dio e alla gente del posto che ha festeggiato la comunione delle nostre figlie durante l'ultima domenica".  

In attesa della burocrazia asfissiante e con la speranza che l'iter sia più immediato, don Andrea Cosma, come Alberto e Violetta, non fa mai polemica sulle tempistiche. Non è i loro stile. Attendono. Al tempo stesso, però, il prete di campagna rilancia il proprio sogno:
 "Tutti assieme affrontiamo i tanti problemi giornalieri, ma auspichiamo di cuore che qualcuno possa aiutarci anche per trovare un mezzo con le adeguate strumentazioni destinato al trasporti delle piccole. Sarebbe davvero il regalo più bello".