cultura

Dramma tragico in due parti e tre atti di Salvatore Cammarano
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Da martedì 29 maggio alle ore 20.30, al Teatro Carlo Felice, dopo l’ultima edizione del febbraio 2015 successivamente portata in tournee in Oman, va in scena “Lucia di Lammermoor”, dramma tragico in due parti e tre atti di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo The Bride of Lammermoor di Sir Walter Scott, su musiche di Gaetano Donizetti.


Sul podio, a dirigere l’Orchestra ed il Coro del Teatro Carlo Felice, sarà l’abile bacchetta di Andriy Yurchevich, le scene sono di Maurizio Balò, i costumi sono firmati  da Silvia Aymonino, le luci sono di Linus Fellbom e le parti video sono state realizzate dai videomaker Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii in un nuovo allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice – Fondazione Teatro Comunale di Bologna– ABAO-OLBE di Bilbao, con la regia di Lorenzo Mariani.

Scozia, XVI secolo: Lucia, costretta, su pressione del fratello, a rinunciare a Edgardo, il suo vero amore, precipita nella follia, assassinando il marito il giorno delle nozze e morendo di dolore. Nessuna delle tante “scene della pazzia” che si incontrano nel teatro d’opera è realistica e toccante come quella del terzo atto della Lucia di Lammermoor, ispirata a un romanzo di Sir Walter Scott. Donizetti va oltre la convenzione, dando voce a quel disagio psichico che la psicoanalisi, poco più di mezzo secolo dopo (l’opera è del 1835), cercherà di comprendere e guarire. Una pazzia moderna: non quella epica di Orlando, iraconda, fatta di sguardi infuocati, urla animalesche e capelli strappati con le mani, “maschile” e a suo modo eroica; una follia al femminile, che si manifesta in insistiti gorgheggi, esili e filiformi. Come ha scritto Alberto Savinio, la pazzia di Lucia «è il soffio più sottile, più leggero, più aereo che si possa dare, e il più gelido, pure.» La regia di Lorenzo Mariani parte dal celebre quadro di John Everett Millais, raffigurante Lucia che si sostiene al braccio di Edgardo: «Capisco dallo sguardo di lei – spiega il regista – un’anima che respira, dall’intimo, una trasparente bontà, ma troppo delicata e indifesa, pericolosamente pura, fino all’estremo.» 

L’opera si avvale di due cast prestigiosi che si alterneranno nelle recite: Zuzana Marková, Elena Mosuc (Lucia), Andrea Bocelli, Luciano Ganci (Edgardo), Stefano Antonucci, Federico Longhi (Enrico), Mariano Buccino, Alessio Cacciamani (Raimondo). Completano il cast Marcello Nardis (Arturo), Carlotta Vichi (Alisa) e Didier Pieri (Normanno).