porti e logistica

Corteo verso la Prefettura, i sindacati: "Non difendiamo privilegi"
2 minuti e 16 secondi di lettura
A scendere in piazza saranno circa 500 persone. Dalle 9 del mattino in Lungomare Canepa formeranno il corteo con ralle, carrelli, trattori e rimorchi. Poi sfileranno per le vie del centro fin sotto la Prefettura. Quella di venerdì sarà una giornata caldissima a Genova per lo sciopero nazionale dei portuali. Alta tensione anche per le ripercussioni sul traffico, con l'arrivo stimato di 500 tir che troveranno i varchi chiusi e dovranno parcheggiare lungo le strade di scorrimento.

Al centro della protesta una parola chiave: autoproduzione. In parole povere, è quando le compagnie si affidano ai proprio marittimi per caricare e scaricare le merci, lavoro che secondo la normativa compete invece ai portuali. "È un furto di lavoro - attacca Davide Traverso della Fit-CislGenova - siamo arrivati al punto di avere portuali messi in ferie forzate per far lavorare i marittimi. Ogni giorno contiamo da due a cinque casi di tentata autoproduzione. È una violazione palese perché dovrebbe esserci almeno un'autorizzazione, che non è stata mai concessa e nemmeno richiesta". 

"Ci chiamano privilegiati? Io non ci sto - commenta Duilio Falvo della Uiltrasporti -. Qui si parla di sicurezza, anni e anni di esperienza non sono un costo ma semmai un guadagno. Dove non c'è questo modello, in Italia, ci sono più infortuni. E poi in questi tre anni di crisi chi ha pagato di più è stata proprio la Culmv, che riceve sempre meno chiamate". 

I sindacati, in testa al corteo che si preannuncia di grande impatto, chiederanno al Prefetto un incontro col Governo per far rispettare le leggi vigenti. L'accusa a livello locale è rivolta alle istituzioni, Autorità portuale in primis, per non aver mai dato risposte. "Il porto è una pentola a pressione - spiega ancora Traverso -. Tutti hanno temporeggiato, ora è normale che i lavoratori siano arrabbiati. Stiamo cercando di calmare la gente per dire che la strada è quella della protesta". E potrebbe essere solo l'inizio: "Questo sarà il culmine della prima mobilitazione, ma la tensione rimarrà alta - precisa Fabio Ferretti della Filt-Cgil - vorremmo scendessero in piazza tutti, è un tema sentito perché chi dovrebbe far rispettare le regole non lo fa". 

Di certo a pagare saranno ancora una volta tutti i genovesi, alle prese con una città che inevitabilmente si blocca insieme al suo porto. "È vero, bloccheremo tutti e ci saranno disagi - replica Falvo della Uil - ma i temi sono troppo importanti. Il vero problema è sicurezza. Tutti i giorni ci sono morti sul lavoro. Non è retorica. Non possiamo più accettarlo. La città deve capire il sacrificio dei lavoratori".