cronaca

Vertice concluso con un nulla di fatto. Oggi si replica
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 "Continuiamo a navigare in una palude infinita fatta di distanze incolmabili". E' il commento del segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro, a Roma per l'ennesimo tavolo al Mise sulla vertenza Ilva.

Tavolo che anche ieri si è chiuso con un nulla di fatto: il nodo della giornata verteva sulla parte variabile del salario (dai premi di produzione a quelli di risultato) che Am Invesco vuole ridiscutere mentre i sindacati chiedono che resti esattamente come è oggi. "Una giornata infinita fatta di riunioni ristrette con i soli segretari nazionali e proposte di Mittal che sono state puntualmente rispedite al mittente" spiega.

"La trattativa Ilva procede purtroppo ancora a rilento", scrive il generale della Uilm, Rocco Palombella. "Abbiamo concentrato la discussione sui livelli salariali e sui premi di risultato chiedendo all'azienda di ritirare le proposte avanzate che rimettevano in discussione la contrattazione di secondo livello aumentando ancora le distanze tra noi", ha aggiunto. "Noi siamo per la continuità normativa e retributiva - sottolinea Palombella - abbiamo quindi proposto di lasciare, nell'accordo da realizzare, le parti che possiamo considerare accettabili e rinviare tutto il resto a una trattativa futura".

"Difficoltà importanti ma la trattativa prosegue", commenta il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli dopo 8 ore di incontro. "La proposta aziendale, rispetto al secondo livello - spiega Bentivogli - prevede la rimodulazione della contrattazione aziendale e del Pdr (Premio di risultato) inserendo nuovi indici di parametrizzazione. Per quanto riguarda la fase di discontinuità, abbiamo ribadito che deve traguardare solo l'aspetto formale e non di sostanza e non accettiamo un doppio regime peggiorativo per i più giovani neoassunti. Mentre per quanto riguarda la contrattualistica aziendale, riteniamo inaccettabile quanto proposto dall'azienda e che sia necessario allo stato attuale lasciare inalterata la struttura del secondo livello, confermando gli accordi esistenti, aprendo, solo successivamente in sede aziendale una eventuale fase di discussione".

Al momento tutti e tre i sindacati dunque hanno una posizione unitaria e la Fiom genovese ribadisce: "Noi chiediamo continuità di occupazione, di reddito e di diritto. Se questo non ci sarà non ci sarà per noi nemmeno un'ipotesi di accordo".

Per la Fiom genovese la responsabilità "è del governo con il ministro Calenda in prima fila che - dice Manganaro - ha giocato la partita con Mittal firmando un accordo per 8500 dipendenti e tagli al salario variabile e ora pensa di riversare sul sindacato la colpa di un mancato accordo per tutelare la sua immagine politica".

Di fronte all'eventualità che il governo possa chiudere la partita con Mittal senza l'accordo sindacale la Fiom genovese non mostra esitazioni: "Lo facciano. Sarà la prima volta che l'Ilva sciopererà unita in tutta Italia". Il tavolo proseguirà oggi a partire dalle 9.30.