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Storia politica tragicomica degli ultimi giorni tra Roma e Genova
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Venerdì 23, i nuovi parlamentari si insediano. Nessuno avrebbe immaginato che nel giro di 24 ore si sarebbe realizzata la catarsi di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle.

I compagni di merenda di Arcore vengono cancellati e quelli che volevano aprire Montecitorio come una scatoletta di tonno, pro tempore alleati degli ex romaladronasunchimi, diventano raffinati mediatori di soluzioni politiche da far invidia alle convergenze parallele del povero Moro.

A Genova gli assessori Balleari e Fanghella per divertire i cittadini avviliti chiudono la rampa della Sopraelevata. La città si paralizza.

Un urlo squarcia via Garibaldi. O scindico ch'o cria o cria. Cade l’ultimo diaframma del Terzo valico. Poi Bucci prende a schiaffi Balleari e Fanghella.

Berlusconi piange perché Giggino 'o Congiuntivo non gli telefona.

L’assessore Garassino decide di multare chi fruga nei cassonetti. Finisce su tutti i media italiani. Allora gli correggono il tiro. Multe sì, ma soltanto a chi fruga per fame.

Così verrà piazzato un nutrizionista vicino a ogni cassonetto per accertare che effettivamente chi rovista nella rumenta di Genova non abbia ingerito trenette al pesto da almeno una settimana.

Il giudice sentenzia che si può dire "capra" alla Salvatore, purché a dirlo sia Sgarbi. La Lauro ci patisce: "Perché a me non lo ha detto?". Viene subito esaudita da o scindico ch'o cria. "Capra!" a Lilli, calcio a Garassino e sberla a Fanghella e a Balleari.

La Serafini non vuole aumentarsi lo stipendio. Ma nessuno glielo aveva proposto. Allora manda un tweet a Sgarbi perché le dica "capra", ma Sgarbi non se la fila. Allora twitta alla Rubino, che twitta a Balleari che twitta a  Garassino, che twitta a Fanghella, che richiude la rampa della Sopraelevata.

Un urlo squarcia Tursi. O scindico ch'o cria esce dal palazzo a caccia di Fanghella, che ritwitta a Garassino, che twitta alla Rubino, che twitta alla Serafini che twitta a Balleari.

Il maestro Luisi rinuncia a essere genovese e sceglie la cittadinanza afghana.

Sabato.

Salvini 'strappa' con Berlusconi e vota al Senato la Bernini. Berlusconi prende a calci nel sedere Romani e Brunetta piange.

Bucci prende a calci nel sedere Fanghella, Balleari, la Serafini e anche la Rubino che passava da via Garibaldi con Claudio Magris.

"Mi dica capra, la supplico!", grida la Serafini allo scrittore triestino. "Ma io sono Magris, non Sgarbi". L’assessore alla cultura non capisce e manda un tweet a Bucci.

Sabato pomeriggio.

Fico alla Camera, Casellati al Senato. Berlusconi in una casa di riposo. Renzi al tennis, Martina al cinema con Veltroni, Emiliano a raccogliere pomodori a Canosa con la Bellanova, mentre Orlando continua a cercare la salita della Cisa per tornare alla Spezia.

Domenica.

Fanghella riapre la Sopraelevata, mentre Balleari decide di pedonalizzare la A7 Genova-Milano per favorire il Frecciarossa. Toti lo fa abbattere da Giampedrone.

L’urlo do scindico ch'o cria lacera anche via Roma, Corvetto, via Venti e Ponticello. Crolla la casa natale di Paganini. "No! - s’incacchia la Serafini - Volevo abbatterla io!"

"Capra!" la apostrofa Sgarbi. Lei, finalmente felice e appagata, manda un tweet a Luisi che è già a Kabul.

Gli assessori terrorizzati dalla furia do scindico ch'o cria, fuggono. Cercano rifugio dal sostituto procuratore Zucca che indaga Bucci per torture nei confronti dei sottoposti.

Lunedì.

Nasce anche a Genova il movimento di Varoufakis.

Fanghella richiude la rampa della Sopraelevata.

Nottetempo, Bucci viene sorpreso a frugare nei cassonetti.