cronaca

Alta tensione tra la comunità di Vallescrivia
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Sono scesi in pulman carichi di amarezza in attesa del verdetto. Protagonisti diverse decine di abitanti isolese e numerosi sindaci dell'entroterra liguri nonchè del basso Piemonte: tutti uniti davanti agli uffici della Città Metropolitana, coi sindaci in testa al corteo, per dire no al biodigestore che potrebbe sorgere sulle sponde dello Scrivia al confine tra le province di Genova e Alessandria. 

"Ogni politico di qualsiasi colore ci ha garantito che il progetto sarebbe stato stoppato. E invece siamo ancora qui. Tutti danno colpa ai tecnici, ma è una vergogna" ripetono dalla comunità di Isola del Cantone

Gran parte della decisione passa tra le mani del consigliere delegato di Città Metropolitana, Simone Ferrero che dovrà pronunciarsi sull’autorizzazione unica per un percorso che non si è arrestato neppure dopo l’acquisizione dell’area al centro della struttura avvenuta in estate da parte dell’imprenditore Marcello Re.

Un’apparente assurdità resa praticabile da una legge italiana indicata con il numero di 387 che parla di possibili espropri per impianti destinati alla pubblica utilità su terreni non più agricoli bensì produttivi come quello in questione. Quindi? La conferma di un impegno politico di stampo leghista per arrestare l’investimento.

Al tempo stesso, però, la sottolineatura firmata da Simone Ferrero che il proprio ruolo non permette alcuna promessa se non la scrupolosa verifica di ogni atto compresi quelli forniti da Energa, il soggetto proponente.

Una tesi peraltro già espressa qualche settimana fa da Simone Ferrero attraverso una lettera inviata ai sindaci di Isola del Cantone e Arquata Scrivia. All’interno di quelle righe, l’esponente metropolitano pareva non dare eccessiva importanza all’esposto presentato dagli amministratori comunali alla Procura della Repubblica per sottolineare una serie di presunti comportamenti non regolari da parte del committente.

Intanto, Fabio Rivara dell’Associazione Isolese Ambientalista, insieme ad altri soci della realtà locale, rimarca l’esistenza di sentenze riferite a impianti simili non assoggettabili alla legge 387: “Bensì, sono compresi nel piano metropolitano dei rifiuti che, a Genova, esclude una simile soluzione. Riteniamo facciano giurisprudenza”.

A seguire le osservazioni del primo cittadino isolese, Giulio Assale: “Non vale neppure che l’ipotetico costruttore abbia dichiarato il falso arrogandosi proprietà non sue? Come gestirete due progetti differenti per il futuro dello stesso spazio? Intendo che da una parte c’è il biodigestore e dall’altra l’idea di Marcello Re, unico proprietario dei mappali in questione, intenzionato a creare lì abbancamenti e capannoni”.