cronaca

Attentato rivendicato da un gruppo anarchico online
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Un innesco fatto di fiammiferi tenuti insieme da scotch e poi diavolina, stoffa e benzina contenuta in una bottiglia di detersivo: così è stato dato alle fiamme il ripetitore Telecom di via Forte Begato sulle alture di Genova. Sull'episodio i sostituti procuratori Federico Manotti e Marco Zocco hanno aperto un fascicolo per incendio aggravato dalla finalità di terrorismo affidando le indagini alla digos.

Martedì sera l'allarme era stato dato da alcuni cittadini che viste le fiamme avevano allertato i vigili del fuoco. Venerdì mattina gli investigatori nel corso di un sopralluogo hanno trovato chiare tracce dell'innesco. Il ripetitore Telecom, così come gli altri che si trovano nelle vicinanze, sarebbe dotato di un sistema di videosorveglianza e barriere antintrusione installati ai tempi del G8 del 2001 ma che non sono più funzionanti da anni.

E chi ha scritto il comunicato di rivendicazione, comparso ieri pomeriggio su alcuni siti di area anarchica, fa un riferimento preciso a quel sistema di sicurezza: "Tante le telecamere e i sensori di movimento all'interno dell'area recintata eretti a difesa del mostro metallico - si legge - ma la passione per la libertà unita ad un certo grado di determinazione permettono di sorvolare certi ostacoli".