Qualche ora prima aveva incontrato anche il vescovo di Genova, monsignor Nicolò Anselmi. Tuttavia davanti alle telecamere, Vittorio Sgarbi non perde i tradizionali acuti e nel principale mirino, questa volta, ci finisce il candidato premier del Movimento Cinque Stelle, Luigi De Maio: "Una scorreggia fritta", lo definisce il critico d'arte.Riferimento a una campagna elettorale dove i simboli e i leader di movimenti o partiti contano più di ogni altro aspetto: "Questa legge è ai limiti dell'incostituzionalità perché il proporzionale è proposto nella sua formula più malinconica. Vuoi il quarto nome di una lista di quattro? Devi prendere il primo, assurdo. Non c'è compagna elettorale, non esiste confronto. Non c'è bellezza alcuna".
Ma allora perché Vittorio Sgarbi si è candidato? "Per fare il ministro, semplice. Non puoi immaginare che solo perché sei un tecnico te lo vengano a chiedere. Questo lo fa solo Calenda che crede di essere l'unico al mondo e in fondo c'è un po' di snobbismo. Ho fatto un patto con Forza Italia e porto lì l'anima culturale".
Alla domanda sull'esito finale del 4 marzo, Vittorio Sgarbi risponde convinto centrodestra, tuttavia fa un'aggiunta: "Se mancassero alcuni deputati per una maggioranza credo che gli esponenti pentastellati coinvolti nel caso rimborsopoli potrebbero non lasciare il Parlamento perché non è possibile, ma appoggiare il governo nascente".
Infine, nei panni ipotetici di ministro ai beni culturali l'ultimo riferimento è quello più classico su Genova: "Sopraelevata si ò no? Abbatterla non sarebbe una brutta idea, ma servirebbe anche l'apporto del collega alle infrastrutture".
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