I sostituti procuratori Paola Calleri e Francesco Cardona Albini hanno chiesto la condanna a un anno e 2 mesi, oltre alla confisca di 285 mila euro, per Claudio Deiana, imprenditore finito ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su un giro di escort per ottenere gli appalti dall'azienda municipalizzata Amiu. L'accusa nei suoi confronti è di appropriazione indebita per essersi impossessato di quasi un milione di euro dalle due aziende che amministrava. L'indagine era nata dopo il filone di inchiesta principale. Secondo i pm, Deiana avrebbe portato i soldi in Svizzera: soldi che avrebbe sottratto alle società perché non li avrebbe dichiarati al fisco. Il prossimo 28 marzo parlerà il difensore dell' imprenditore, l'avvocato Paola Pepe.
L'inchiesta principale aveva portato all'arresto di Gino Mamone e dell'ex dirigente di Amiu Corrado Grondona ma anche di Vincenzo e Luigi Mamone e Deiana nel 2014. Gli altri imputati sono Stefano e Daniele Raschellà, imprenditori, e i tre dipendenti Amiu Carlo Sacco (direttore della discarica di Scarpino); Massimo Bizzi e Roberto Ademio (funzionari dell'azienda). Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e la turbativa d'asta.
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