economia

Sono oltre 700mila i cittadini italiani emigrati in terra tedesca
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L'aeroporto di Genova inaugura il volo per Berlino, voliamo in Germania a scoprire come è regolamentato il lavoro nel paese della Merkel. La Germania da tradizione è uno dei paesi maggiormente ambiti dagli emigrati italiani che sono attualmente presenti in oltre 700mila in terra tedesca: i primi flussi migratori si verificarono nel tardo Medioevo quando arrivarono un certo numero di ambulanti, commercianti di seta e di frutta mediterranea, che presero la nomea di comaschi o mercanti di arance amare, il numero aumentò alla fine della Guerra dei trent'anni. Fu alla fine dell'Ottocento, che la Germania si trasformò in un paese di immigrazione con un aumento dei flussi migratori dall'Italia.




Con la firma dell’accordo bilaterale tra Italia e Repubblica Federale Tedesca, per il reclutamento e il collocamento di manodopera italiana nella Germania Ovest, dal 20 dicembre 1955 si verificò un boom di flussi migratori verso il paese: dal 1956 al 1976, furono oltre 4 milioni gli italiani che tentarono la fortuna nella Germania Federale,  3 milioni e mezzo rientrarono però in Italia. I settori di maggior impiego della manodopera italiana furono l'industria (soprattutto quella metalmeccanica e automobilistica) e l'edilizia.


Nel caso dei cittadini italiani non è necessario nessun tipo di permesso per lavorare in Germania, ma bisogna essere in possesso della Steueridentifikationsnummer, una modalità di codice fiscale che viene rilasciato una volta che registrata la residenza in Germania (Anmeldung). Nella maggior parte dei casi è utile aprire un conto corrente bancario tedesco.


Alla stipula del contratto, insieme ai doveri, vengono acquisiti anche alcuni diritti: il diritto a ferie retribuite in caso di malattia e di giorni festivi, il Kündigungsschutz, ossia il preavviso di licenziamento, il diritto alla maternità (Mutterschutz) e al congedo parentale (Elternzeit). Nel caso si abbiano figli si può richiedere l’assegno genitoriale, il Kindergeld.


Attualmente esistono 3 tipologie di contratto in Germania: il Vollzeit (a tempo pieno) oppure Teilzeit (a tempo parziale). Inoltre può essere befristet (determinato) oppure unbefristet (indeterminato). Anche lavorare con un contratto verbale non significa lavorare senza contratto. 


Nella busta paga sono calcolati il reddito lordo che quello netto. Tra le trattenute in Germania: l’assicurazione pensionistica (Rentenversicherung), l’assicurazione di disoccupazione (Arbeitslosenversicherung), l’assicurazione medica (Krankenkversicherung), la tassa sulla chiesa (Kirchensteuer) se ti sei dichiarato appartenente a una religione.


Dal 1° gennaio 2015 la Germania ha introdotto il salario minimo: per ogni lavoratore, secondo il Mindestlohngesetz (MiLoG), ossia la Legge sul salario minimo, deve essere garantita una retribuzione di almeno 8,50 euro lordi all’ora (1498 euro mensili). Dal 1° gennaio 2017, inoltre, il salario minimo è stato alzato a 8,84€ l’ora e aumenterà ancora nel 2018, anche se alcune categorie sono escluse dal salario minimo, come ad esempio i minorenni, i tirocinanti e  i lavoratori che sono stati disoccupati per più di un anno (Langzeitarbeitlose). Per 18 settori lavorativi il salario minimo è superiore agli 8,84 euro previsti dalla legge.