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Il ministro spezzino: “Accordi a sinistra? Meglio prima che dopo il voto”
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Andrea Orlando rilancia l’ipotesi di un Gentiloni bis, commentando le dichiarazioni di Berlusconi secondo cui in caso di nessun vincitore alle prossime elezioni, l’attuale premier dovrebbe essere riconfermato. Il Ministro della Giustizia coglie al balzo l’occasione per promuovere il capo del Governo come ipotesi in campo, almeno al pari di quella di Renzi, per la candidatura a premier dentro il Pd.

“Io mi auguro che Gentiloni sia il nuovo premier perché vince il centro sinistra – dice Orlando ai microfoni di Primocanale nella trasmissione “Spritz” - siccome Gentiloni è una delle ipotesi che può affermarsi in caso di vittoria della nostra coalizione, credo che questa sia la via più lineare. L’idea di grandi coalizione credo che appartenga più al passato”.

Quindi non è Renzi il candidato premier del Pd?
Credo che ci siano più possibilità. Si deciderà dopo. Gentiloni è una delle soluzioni possibili sulla base di un ragionamento che si basa sulla costruzione di una coalizione o comunque di una maggioranza di centro sinistra.

In che modo Gentiloni può più di Renzi creare una coalizione più larga?
Questo lo dice lei. Io dico che è una delle ipotesi. Ci sono diverse ipotesi funzionali a questo ragionamento.

Bersani sostiene che sia ancora possibile riaprire il dialogo con il Pd. Ci sono ancora le condizioni?
La posizione di Bersani è sorprendente. Se sostiene che non sia una bestemmia fare un accordo con il Pd per fermare la destra, allora io dico facciamolo adesso. Eviteremmo di regalare decine di collegi alla destra.

Gli accordi si devono fare prima?
Gli accordi quando si fanno è sempre positivo, meglio che non farli mai.

Renzi sarebbe ancora d’accordo ad allargare la coalizione?
Il Pd ha avuto una direzione che ci dice costruiamo una coalziione più larga possibile. A questo punto è molto difficile, ma la porta va tenuta aperta fino all’ultimo minuto utile.

Crede agli screzi tra Salvini e Berlusconi?
No. Penso che sia un modo per coprire elettorati diversi per poi mettersi insieme. E’ un gioco delle parti. Può funzionare per quelli meno attenti. Stanno già discutendo i collegi. La destra è riuscita a fare quello che noi non siamo riusciti a fare.

Perché ci è riuscita?
Perché interpreta meglio lo spirito del maggioritario. Sa tenere insieme meglio le differenze che sono più profonde di quelle del centro sinistra. Salvini propone una linea lepenista. Berlusconi cerca di interpretare il popolarismo europeo in Italia. Nel resto d’Europa queste cose si combattono frontalmente.

Toti è stata la figura aggregante del centro destra in Liguria, al Pd manca una figura di questo tipo in questa regione?
Non abbiamo bisogno di trovare una figura equivalente a Toti. Mette insieme la destra che cerca di rappresentare l’impresa e i settori sociali più dinamici e una destra che cavalca le paure. Risolve il problema facendo il meno possibile.

Dopo le sconfitte in Liguria, qualcosa è cambiato nel Pd?
Io vedo che in molte realtà si è costruita una prospettiva unitaria. Con il muro contro muro non si va da nessuna parte. Ma ancora in alcune zone della regione questo non è successo. La campagna elettorale deve essere l’occasione per anticipare un’idea di centrosinistra che dobbiamo creare in Liguria.

Il dialogo con i 5 Stelle proposto da Bersani, coinvolgendo anche il Pd è una strada percorribile?
A commento dell’approvazione del biotestamento, Fratoianni dice che bene, ma avremmo dovuto approvare lo ius soli. Ma i 5 stelle sono contrari allo ius soli, come la lega. Su grandi questioni come Europa, sicurezza, immigrazione i 5 Stelle hanno le posizioni della lega. Allora dico a Bersani perché non prova a dialogare anche con Salvini?

Da Ministro della Giustizia qual è la cosa che la rende più orgoglioso tra quelle che ha fatto?
Ci sono tante cose, però alla fine la cosa che durerà e servirà di più è che abbiamo fatto un concorso per cancellieri dopo 25 anni che non si facevano. Oltre 4000 giovani sono risultati idonei e porteranno nelle cancellerie il punto di vista di una generazione digitale, che nel frattempo si è informatizzata.

Il maggior rimpianto?
Penso sia stato un peccato non riuscire a riformare il funzionamento dell’autogoverno della magistratura, penso che sia un peccato non aver riformato il processo civile con una riforma organica e da ex ministro dell’ambiente credo che sia mancata la meta su una legge sul consumo del suolo.

Alcuni osservatori dicono che lei è uno dei migliori Ministri di questi anni, ma che ha ottenuto poco per la Liguria. Condivide?
Penso che quando uno diventa ministro, non può fare comunicati sulle cose che fatte il proprio collegio, ma credo di aver contribuito a portare alcuni risultati: l’approvazione della legge navale, boccata d’ossigeno per il comparto militare di Fincantieri, ho lavorato per arrivare alla chiusura della centrale Enel della Spezia, sono stato il Ministro che firmato la valutazione ambientale su grandi opere come gronda e terzo valico, ho fatto un lavoro che riguardava anche la Liguria con la legge sugli eco-reati. Se facciamo un elenco si vedrà che anche senza fare un tweet tutti i giorni si possono fare cose utili per il proprio territorio.

Si candiderà nel proporzionale in Liguria?
Non lo so. Lo deciderà in partito. Voglio capire qual è il quadro complessivo.

Seggi sicuri in Liguria: ha già fatto il conto?
Non ho fatto il conto, prima di farlo bisogna sciogliere nodi sia a livello regionale che a livello nazionale.