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Sono i ricercatori Marco Scambelluri e Mattia Gilio
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 Campioni di roccia perfettamente conservati riconducibili a un terremoto fossile avvenuto 45 milioni di anni fa sono stati scoperti da un team di studiosi. Le rocce, scoperte sulla collina di Moncuni (località Trana, Torino, Alpi Cozie) testimoniano un antico sisma di subduzione (scorrimento di una placca sotto un'altra e suo conseguente trascinamento verso il basso) avvenuto a 90 km di profondità. Sono l'unico esempio al mondo di terremoto fossile in una placca oceanica esumata da tali profondità e spiegano quanto avviene nelle zone di subduzione circumpacifiche attuali.

Del team di studiosi fanno parte anche due ricercatori dell'Università di Genova, Marco Scambelluri e Mattia Gilio. La scoperta di Moncuni, pubblicata sulla rivista "Nature Geoscience" "ha permesso di escludere una delle più accreditate ipotesi per lo sviluppo di terremoti profondi, che prevedeva la frammentazione della roccia in presenza di fluidi acquosi in pressione" dice Marco Scambelluri.

Le profondità a cui si generano i terremoti sono inaccessibili all'osservazione diretta e lo studio dei meccanismi deformativi della sorgente di un terremoto si basa sull'analisi delle onde sismiche rilevate in superficie, su esperimenti di laboratorio che riproducono i sismi su campioni in scala ben lontani da quelli reali e su modelli fisici computazionali.

Le rocce di Moncuni sono la testimonianza diretta di un ambiente sismico profondo sinora inesplorato e permetteranno di avviare una nuova e avvincente linea di ricerca dedicata alla genesi dei terremoti. Il team era formato da ricercatori dell'Università di Genova, di Padova e delle Università di Erlangen in Germania e Utrecth in Olanda.