L'appello a ritirare l'impugnazione del provvedimento governativo sull'Ilva da parte del governatore della Puglia Michele Emiliano arriva dal segretario Fiom Cgil di Genova Bruno Manganaro: "E' un fatto gravissimo, si sta andando verso un burrone, la politica è impazzita. Evidentemente un magistrato non sa che quell'atto può portare alla chiusura dell'Ilva di Taranto e di conseguenze di tutti gli altri stabilimenti. Chi ha preso questa decisione deve prendersi la sua responsabilità".E dal segretario Fiom arriva una doppia richiesta: "Al governo chiediamo di tenere aperta la trattativa, ad Emiliano invece chiediamo di fare un passo indietro e ritirare il provvedimento e non far saltare il banco".
Ieri infatti sono stati sospesi tutti i tavoli della vertenza Ilva in attesa che il Tar di Lecce decida se accogliere o respingere il ricorso della Regione Puglia e del Comune di Taranto contro il Dpcm che autorizza il Piano Ambientale di ArcelorMittal per riambientalizzare il siderurgico di Taranto. La decisione è arrivata dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Ma è lo stesso ministro allo Sviluppo economico a trovarsi d'accordo con il segretrario Fiom: "Il ricorso contro il Dpcm sull'Ilva non è un provvedimento qualsiasi come è stato detto perché se accolto sospende la validità del decreto e di conseguenza i Commissari dell'azienda sono tenuti a spegnere l'Ilva né si può chiedere un intervento all'investitore prima che questi entri in possesso del bene". Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda durante un intervento a una trasmissione radio chiedendo al governatore della Puglia Michele Emiliano di "ritirare il provvedimento" e di accogliere "il fatto che c'é un imprenditore disponibile a fare investimenti in una zona che non si vedevano dagli anni Sessanta.
Il ministro ha proseguito: "Emiliano ci aiuti a migliorare il piano ma non faccia ostruzionismo perché in questo caso il ricorso del presidente pugliese non è contro il governo ma nei confronti di un privato che in questo contesto scappa".
Ieri intanto era arrivato anche l'appello alla responsabilità da parte del governatore della Liguria Giovanni Toti, che teme ripercussioni importanti sul sito Ilva di Genova.
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