salute e medicina

L'analisi dai dati internazionali alla situazione locale
2 minuti e 24 secondi di lettura
Un interessante articolo sulla Stampa di ieri con molti dati internazionali raccontava come in Italia il medico di base dedichi mediamente 9 minuti al suo paziente.

Una posizione di metà classifica, quella del nostro Paese, se paragonata ai 48 secondi del Bangladesh e ai quasi 23 della Svezia. In linea con la Germania, dove la media di una visita è' di 7 minuti e mezzo e la Gran Bretagna dove supera di poco i 9 minuti.

E riferendo di una statistica italiana aggiungeva che il dialogo medico-paziente, esauriti venti secondi di parole, si riduce a un confronto tra il medico e il suo computer. Tutto questo per concludere che si sarebbe perduto quasi completamente il rapporto umano e la filosofia dell'ascolto che a volte fa assai meglio di una confezione di farmaci.

Lo stesso discorso seppure con differenti fattori potrebbe essere trasferito al ricovero ospedaliero
dove il medico-burocrate, per volontà dello Stato o della Regione, ha sulle sue spalle le incombenze di un amministrativo e le responsabilità di un dirigente di azienda al quale si imputa anche la resa economica del reparto. Forse sarebbe meglio che la politica chiedesse ai primari, pardon dirigenti di primo livello, che i reparti fossero qualitativamente efficienti.

La fredda statistica, certamente perfetta dal punto di vista matematico, non tiene conto del fattore umano, nel caso ligure e genovese di quello anagrafico.

La stragrande maggioranza dei pazienti liguri e genovesi sono anziani. Anzi, sono molto anziani. A questi i medici di base dedicano settimanalmente parecchio di più dei 9 minuti indicati dalla statistica. Non escludo che qualche visita si esaurisca in questo tempo o, forse, anche in un periodo più breve. Ma quante visite vengono effettuate , per esempio, nell'arco di un mese? Il paziente anziano deve essere seguito con una attenzione costante.

Una attenzione psicologica. Ogni piccolo problema , per un assistito, diventa un grande problema. E allora, se può' , chiama il suo medico, magari soltanto per ricevere una parola tranquillizzante. I 9 minuti della matematica aumentano. E aumentano anche quando chiamerà per portare al dottore i risultati delle analisi del sangue. Per una notte passata insonne. Per chiedere qualcosa che, magari, aveva già chiesto con una chiamata il giorno prima e non ricorda più.

Insomma il valore delle statistiche è' importante. Ma non facciamoci incantare dai numeri soprattutto quando la realtà sociale da cui queste cifre escono è' complessa e condizionata da tante variabili umane.

Ci sono sicuramente da cambiare molti aspetti organizzativi nella rete dei medici di base, primo fra tutti il funzionamento del servizio nei week end quando aumentano sproporzionatamente i ricoveri, spesso ingiustificati, nei pronto soccorso.

Ecco, allora, che i servizi dell'emergenza vengono chiamati a soddisfare bisogni che dovrebbero essere smaltiti da altri e seguendo percorsi che non devono condurre sempre e soltanto a intasare le barelle di reparti istituiti per casi gravi e non diversamente affrontabili.