
Con tutto quello che sta accadendo il Genoa sembra la vittima sacrificale di un derby gia’ vinto dalla Sampdoria. I numeri e non solo dicono che i rossoblu’ sono nell’angolo come un pugile suonato. Una vittoria in tutto, in casa un solo punto e tante sconfitte. E l’ultimo ko con la neopromossa Spal è tutto piu’ difficile. Dopo la salvezza faticosa dell’anno scorso l’avvio di questa stagione è uno choc, considerato che l’emergenza appena allontanata con i 4 punti conquistati a Cagliari e col Milan è di nuovo alla porta, anzi gia’ nel corridoio. Messa così per Perin e compagni il derby pare una missione impossibile, ma con l’orgoglio e l’agonismo fin qui peraltro mai visto, gente come Izzo, Bertolacci, Zukanovic, Laxalt, Veloso, Taarabt e Lapadula possono rialzare la testa proprio nel match piu’ difficile.
Il Genoa perde sempre di misura, a tratti resta in partita e la fortuna è qualcosa che non s’aggira attorno ai rossoblu’, ma i limiti prima che tecnici sino caratteriali. E’ una squadra che si sforza di giocare, ma che non prende in considerazione di lottare. Il gol preso a Ferrara da Antenucci è lo spot di una squadra senza palle che si specchia e guarda un po’ se stesso e soprattutto gli altri. Un bagno di umiltà e lavorare di piu’. Quasi duemila tifosi a Ferrara, abbonamenti malgrado tutto sottoscritti in gran numero. Ecco, certe cose il Genoa, tutto il Genoa ora se le deve meritare. Il derby in fondo è un’occasione, forse l’ultima, per urlare che a Pegli non si allena un gruppo di giocatori semplicemente perdenti ma all’altezza dei propri ingaggi che non sono da Armata Brancaleone.
IL COMMENTO
Matte non c’è più, smettiamola di chiamarle tragedie
Ex Ilva, Genova sempre più nei guai: governo confuso e Salis reticente