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Terminato l'incontro tra società e tecnico che resta
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 Il Genoa sembra la vittima sacrificale di un derby già vinto dalla Sampdoria. I numeri e non solo dicono che i rossoblù sono nell’angolo come un pugile suonato. Una vittoria in tutto, in casa un solo punto e tante sconfitte. E l’ultimo ko con la neopromossa Spal è una pietra al collo di un Grifone pericolosamente a spasso sul cornicione.

Dopo la salvezza faticosa dell’anno scorso l’avvio di questa stagione è uno choc, considerato che l’emergenza appena allontanata con i 4 punti conquistati a Cagliari e col Milan è di nuovo alla porta, anzi gia’ nel corridoio. Juric nel mirino con il suo futuro sulla panchina in rossoblù che sembrava in bilico con Ballardini in vantaggio per l'eventuale sostituzione. Ma oggi dopo 55 minuti di vertice con Perinetti e Zarbano, Juric ha lasciato Pegli scuro in volto e senza parlare. Poco dopo è arrivata la notizia che Juric resta alla guida dei rossoblù. Dopo il vertice sembra sempre più concreta l'ipotesi di un ritiro anticipato da parte della squadra in vista del derby.  

Messa così per Perin e compagni il derby pare una missione impossibile, ma con l’orgoglio e l’agonismo fin qui peraltro mai visto, gente come Izzo, Bertolacci, Zukanovic, Laxalt, Veloso, Taarabt e Lapadula possono rialzare la testa proprio nel match piu’ difficile.

Il Genoa perde sempre di misura, a tratti resta in partita e la fortuna è qualcosa che non s’aggira attorno ai rossoblù, ma i limiti prima che tecnici sono caratteriali. È una squadra che si sforza di giocare, ma che non prende in considerazione di lottare. Il gol preso a Ferrara da Antenucci è lo spot di una squadra senza palle che si specchia e guarda un po’ se stesso e soprattutto gli altri. Un bagno di umiltà e lavorare di più.

Quasi duemila tifosi a Ferrara, abbonamenti malgrado tutto sottoscritti in gran numero. Ecco, certe cose il Genoa, tutto il Genoa ora se le deve meritare. Il derby in fondo è un’occasione, forse l’ultima, per urlare che a Pegli non si allena un gruppo di giocatori semplicemente perdenti ma all’altezza dei propri ingaggi che non sono da Armata Brancaleone.