salute e medicina

L'intervento integrale alla cerimonia al Quirinale
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Pubblichiamo il testo integrale dell'intervento al Quirinale di Pier Giuseppe Torrani presidente di Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) durante la cerimonia 'I giorni della ricerca'

Illustre e caro Presidente, anche quest’anno, grazie alla sua rinnovata disponibilità e alla sua condivisione per la nostra azione, ci siamo dati appuntamento nel luogo dove si rappresenta l’unità della Repubblica. Queste stanze, come Lei ha ricordato spesso, sono un patrimonio di arte, storia e cultura di inestimabile valore, espressione dell’operosità, della creatività e del genio degli italiani.
La stessa operosità che ha fatto nascere e alimentato il Terzo settore, oggi animato da oltre 300 mila realtà che ogni giorno coordinano il lavoro di 1 milione di lavoratori e quasi 5 milioni di volontari.
Il 2017 è un anno di svolta per tutti questi soggetti: il Codice del Terzo settore ‐ grande riforma di struttura di un comparto strategico per il nostro Paese ‐ in vigore dai primi di agosto, ha riordinato tutta la normativa al fine di sostenere l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona e valorizzando il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione dei principi costituzionali.
Tutti assieme si partecipa così al perseguimento degli obiettivi costituzionali e la posizione dei soggetti del Terzo Settore è assurta ad un rilievo determinante nella strategia di attuazione dei principi di organizzazione della società italiana con pari rilievo – sia pure sussidiario – delle altre componenti della Repubblica.

All’atto pratico, che significa tutto ciò? In primo luogo, che il Settore è ormai ampiamente regolato e deve rispettare i principi di trasparenza, di pubblicità dell’attività, di procedure aperte e competitive, di finalizzazione continua dei suoi atti agli scopi per i quali ha ricevuto il riconoscimento del suo status; in secondo luogo, il Settore è venuto ad assumere ruoli di sistema, il che comporta un notevole incremento della sua responsabilità nel rinforzare la coesione sociale e il perseguimento diretto degli obiettivi costituzionali, quale nel nostro caso la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica.
La nostra organizzazione condivide concretamente gli obiettivi della Riforma e già prima dell’entrata in vigore delle nuove norme ha regolamentato le proprie attività di missione sulla base di questi principi: il nostro bilancio d’esercizio è da sempre pubblico e certificato, i fondi raccolti sono erogati attraverso un rigoroso peer review, abbiamo procedure che disciplinano tutti i processi interni, rendicontiamo puntualmente ogni risultato della nostra attività.
Oggi queste buone pratiche su cui abbiamo costruito la nostra storia e basato la nostra autorevolezza sono diventate patrimonio di un intero settore e questo ci rende orgogliosi.

Siamo una delle più rappresentative realtà del Terzo settore. Con 800.000 soci, 4 milioni e mezzo di sostenitori, 20.000 volontari, 120 dipendenti, 17 Comitati Regionali e 5.000 scienziati al lavoro ogni giorno, AIRC è il motore principale della ricerca oncologica in Italia a fianco del Servizio Sanitario e del sistema universitario nazionale.
Infatti AIRC è partner indispensabile del sistema pubblico perché in oltre 50 anni di attività ha contribuito alla formazione di una vera e propria scuola di oncologia italiana, una moltitudine di scienziati e di medici che hanno ottenuto progressi straordinari nella cura del cancro. Un circolo virtuoso che ogni anno consente di destinare alle istituzioni di ricerca pubbliche ‐ ospedali, università, laboratori – ben il 75 per cento delle erogazioni di AIRC, rese possibili dalla generosità di milioni di cittadini.
Proprio per questo siamo chiamati a una responsabilità sempre maggiore a cui non ci sottrarremo e che non può prescindere da una forte sinergia con le Istituzioni a cui chiediamo di continuare a promuovere un contesto adeguato per lo sviluppo della ricerca.

Secondo l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, nei prossimi anni il cancro sarà la principale causa di morte in tutto il mondo. L'Agenzia stima che nel 2030 in Italia ogni minuto una persona riceverà una diagnosi di cancro e ogni due e mezzo una persona morirà per questa patologia. Più aumenta l'aspettativa di vita e più il cancro diventa una minaccia per la nostra salute: la quantità e qualità della ricerca può ridurre l'incidenza della malattia e l’efficienza del sistema sanitario, che ricordiamo nel nostro Paese offre straordinarie possibilità di diagnosi e cura a tutti i cittadini, può determinare un sensibile aumento della sopravvivenza.
Nelle economie avanzate la ricerca scientifica ha anche una funzione
strategica, all’intersezione tra produzione di conoscenza e stimolo allo sviluppo. Credo fermamente che il sostegno al suo progresso debba essere ai primi posti dell’agenda politica di un Paese. Sia per l’impatto che ha sulla collettività in termini di migliore qualità della vita sia per le ripercussioni positive che la ricerca ha sullo sviluppo economico in tutti i settori. Basti pensare che la candidatura di Milano come futura sede dell'Ema, l’Agenzia europea per il farmaco, potrebbe creare 3 mila nuovi posti di lavoro.
Perché porti buoni frutti l’investimento in ricerca deve essere fatto con la concentrazione di risorse adeguate e sulla base del merito.
Si faccia, quindi, il caso del riparto dei contributi derivanti dal 5 per mille. Queste non sono risorse pubbliche nella disponibilità arbitraria dell’Amministrazione pubblica, ma sono risorse riservate al bene comune per le finalità proprie degli obiettivi specifici dei soggetti regolati dal Codice citato in precedenza e tenuto conto degli interessi costituzionali perseguiti.
Nel caso della ricerca scientifica e sanitaria il riparto deve tenere conto dell’efficacia del riparto stesso rispetto alle esigenze della ricerca e della necessità di non disperdere i contributi relativi secondo la logica della distribuzione a pioggia.
L’efficacia e le esigenze del Terzo Settore impongono, infatti, nel rispetto delle indicazioni dei contribuenti, la concentrazione delle risorse per non indebolire la capacità del nostro sistema di ricerca esposto alla competitività internazionale.

Aver fiducia e promuovere la ricerca non è solo compito dello Stato ma anche nostro. AIRC, con il premio “Credere nella ricerca”, riconosce ogni anno il valore dell’impegno dei singoli per rendere il mondo libero dal cancro. Altrettanto importante è il contributo delle migliaia di persone e aziende che ogni giorno operano al di fuori dell'ottica del profitto, guidati dalla consapevolezza dei benefici che la loro azione può portare alla collettività.
In primo luogo i nostri 20.000 volontari per la loro costante e proficua attività di sensibilizzazione e raccolta fondi su tutto il territorio nazionale.
Le oltre 4.000 aziende che anche nel 2017 stanno sostenendo i ricercatori e i giovani borsisti di AIRC.
Ringrazio infine i giornalisti e i media che costituiscono un ponte
indispensabile con l’opinione pubblica per la diffusione dei risultati della ricerca e che soprattutto nell’imminenza de I Giorni della Ricerca hanno il fondamentale ruolo di portare la missione di AIRC nelle case degli italiani.

In questi giorni ricorre anche il primo anniversario della scomparsa di Umberto Veronesi. Ora spetta a noi portare avanti il suo insegnamento e mantenere viva l’attenzione del pubblico sui grandi temi della ricerca: un Paese non può crescere se non cresce anche l’alfabetizzazione scientifica dei suoi cittadini. Per attualizzare la sfida che Veronesi lanciò ormai 50 anni fa, AIRC ha varato nel 2017 un piano di respiro pluriennale che pone al centro del suo sviluppo l’innovazione. Nei prossimi anni ci concentreremo:
- sulla formazione di giovani scienziati per assicurare il ricambio
generazionale della comunità scientifica oncologica italiana, abbiamo
bisogno di nuovi leader che sappiano guardare ancora più lontano;
- sulle collaborazioni strategiche con le migliori charity e istituti di ricerca internazionali per facilitare la circolazione delle idee;
- sulla fattibilità di un programma per la creazione di centri di eccellenza a diversa scala dimensionale e con diverse specializzazioni oncologiche;
- sull’attenzione alle strutture di ricerca nel Meridione d’Italia per frenare il depauperamento scientifico e clinico dell’area nel settore della ricerca oncologica molecolare;
- sull’incoraggiare la nascita di laboratori multidisciplinari per garantire con efficacia, trasparenza, efficienza ed in assenza di conflitti di interesse il sostegno alla ricerca oncologica.

Questa breve descrizione del nostro operato e della nostra visione si basa sulla ferma convinzione che la ricerca italiana è di qualità e spesso si è posizionata all’avanguardia nell’individuazione di nuove terapie. Ricordo a tutti che in Italia la sopravvivenza dei pazienti oncologici è mediamente più elevata rispetto alla media europea per molte specie tumorali e per i tumori oggetto di screening. Ma non basta. La ricerca italiana ha bisogno di più risorse e di un sistema Paese che ne promuova sempre più le sue potenzialità. Ha bisogno di un lavoro di squadra tra pubblico e privato ognuno con le sue competenze.
Noi ci siamo.

*Presidente Airc e Firc