Nel 2016 la Guardia di finanza e le Dogane hanno effettuato in provincia di Genova 796 sequestrati di merce contraffatta confiscando mezzo milione di pezzi, perlopiù capi di abbigliamento ed accessori, il 70% della merce clonata, seguiti da calzature e apparecchiature elettroniche. Della piaga della merce contraffatta e dell'abusivismo si è parlato oggi in un convegno nella sede della Confesercenti e a cui hanno preso parte associazioni, istituzioni e forze dell'ordine. Nell'occasione, il Censis ha presentato in anteprima una relazione su un'indagine condotta su 10 città italiane.
"La filiera della contraffazione - ha spiegato Ilaria Massa, dell'Area politiche sociali della Fondazione Censis - vede proprio in Genova uno dei punti di snodo del mercato italiano e identifica nell'e-commerce l'ultima frontiera dell'abusivismo. Una dinamica che si concretizza attraverso siti e pagine Facebook o il passaparola che si diffonde grazie ai messaggi come WhatsApp". Paolo Barbieri, vicedirettore di Confesercenti Genova ha denunciato: "L'impatto della merce clonata sulla nostra economia è devastante nei confronti dei grandi marchi ma anche dei piccoli artigiani e commercianti.
Tra le peculiarità della Liguria e di Genova spicca il ruolo dei Centri integrati di via: i consorzi tra commercianti nati nella nostra città nei primi anni '90. Genova, come confermato dai rappresentanti del Censis e del Ministero, è l'unica città italiana in cui la rete dei Civ è capillare. Ma per debellare la contraffazione serve una presa di coscienza dell'opinione pubblica che solo negli ultimi tempi sta prendendo atto di quanto sia dannoso per l'economia il mercato del falso"
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