cronaca

Il pm aveva chiesto l'ergastolo. Esclusa la crudeltà
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 E' stato condannato a 30 anni di detenzione Claudio Borgarelli, l'ex infermiere di 55 anni che un anno fa a Lumarzo dopo una lite per il diritto a un passaggio in un bosco uccise e decapitò lo zio Albano Crocco. Il pm Giovanni Arena aveva chiesto la condanna all'ergastolo.

La sentenza è stata emessa dal gup Maria Teresa Rubini con rito abbreviato. E' stata esclusa l'aggravante della crudeltà. Borgarelli, difeso dall'avvocato Antonio Rubino, alla prima udienza aveva chiesto perdono ai familiari della vittima. Il perito del giudice aveva dichiarato l'uomo capace di intendere e volere sia al momento del delitto che nelle fasi successive.

I familiari, assistiti dall'avvocato Giulia Orlando, avevano chiesto un milione di euro a titolo di risarcimento per la moglie e 700 mila euro per i due figli. L'ex infermiere, negli scorsi mesi, ha già ceduto l'intero suo patrimonio ai familiari per iniziare a risarcirli.

COSA ERA SUCCESSO - Secondo i carabinieri, Borgarelli aveva messo alcuni paletti all'ingresso del sentiero di casa per impedire l'accesso agli automezzi. Gesto che era stato accompagnato da lamentele da parte dei visitatori del bosco, compreso lo zio. Quella mattina, Crocco discusse con Borgarelli e, secondo il racconto di quest' ultimo, lo zio lo avrebbe insultato. A quel punto l'ex infermiere sparò allo zio e lo decapitò; poi trascinò il corpo in un dirupo e gettò la testa in un cassonetto insieme agli abiti sporchi di sangue.